Da ieri gira la voce che il Governo stia studiando una sostanziale modifica alle norme sulla detrazione fiscale nelle ristrutturazioni edilizie, da tutti universalmente nota come "detrazione del 36%". L'indiscrezione oggi si è materializzata su edilportale, dove è stato pubblicato un documento "interno" del governo non ancora approvato (purtroppo il documento è accessibile solo se siete registrati su edilportale, ma la registrazione è ovviamente gratuita) in cui viene trattato l'argomento.
Nella bozza di decreto si leggono quattro novità per il settore edilizia:- la modifica della "detrazione del 36%" ampliando il tetto massimo di detrazione da 48.000 a 96.000 euro di lavori iva compresa e innalzando la quota di detrazione dal 36% al 50%
- l'inserimento della "detrazione del 55%" per il miglioramento delle prestazioni energetiche in una Legge nazionale, uscendo quindi dall'annuale "lotta della speranza" per il rinnovo per l'anno successivo dato che era inserita, se non ricordo male, nel D.P.E.F. dei vari anni dal 2005 al presente
- l'eliminazione della esenzione dell'IVA per i fabbricati nuovi invenduti
- l'introduzione di una detrazione fiscale relativa alle imposte di compravendita di immobili con valore pari od inferiore a 200.000 euro
vorrei spendere due parole sui primi due punti soprattutto.
La modifica alla detrazione fiscale per le spese di ristrutturazione è
davvero una buona notizia per il settore dell'edilizia! il tetto dei
48.000 euro, che era la traslitterazione dei circa 100 milioni di lire
che si potevano detrarre in origine, è ormai diventata "stretta": oggi
una ristrutturazione di medio livello di un appartamento difficilmente
riesce a costare meno di 600-700 euro al metro quadro, anzi la spesa
tipica si aggira tra gli 800 ed i 1.000 euro per metro quadro
comprendendo opere edili, impiantistiche, controsoffitti, forniture dei
materiali da rivestimento, oneri del tecnico e quant'altro. Inoltre, più
piccolo è l'appartamento e più incideranno sul totale quelle spese che
sono fisse, indipendentemente dalle dimensioni dell'alloggio, come per
esempio il costo del rifacimento degli impianti o quello per la pratica
edilizia: è quindi difficile già oggi rimanere all'interno dei 48.000
euro anche nella ristrutturazione di un bilocale di 50mq. Oh, beninteso:
per ristrutturazione io intendo un rifacimento completo
dell'appartamento che includa anche la nuova distribuzione interna
mediante demolizione e ricostruzione delle tramezzature esterne, non la
cosiddetta "romanella", ovvero una ripulitura, per quanto approfondita,
di pitture e rivestimenti interni (che pure è meno economica di quanto
si possa immaginare, se fatta come si deve).
Dunque ampliare il tetto della detrazione fino a 96.000 euro secondo me è quasi una cosa dovuta, visto che i cento milioni di lire degli anni novanta, grosso modo, corrispondono a centomila euro di oggi. Considerate che il tetto massimo è variato molte volte negli anni, così come è variata l'aliquota della detrazione.
Ampliare inoltre l'aliquota per la detrazione mi sembra un ulteriore, ottimo modo per incentivare il settore dell'edilizia, per un ovvio motivo: nella ristrutturazione, superato il tetto dei 48.000 euro, sia il committente che l'impresa avranno maggiore interesse ad effettuare pagamenti in nero. Ampliare il tetto di detrazione significa maggiore trasparenza nel settore edilizia e forte emersione del lavoro nero, molto diffuso soprattutto tra le piccole imprese e le imprese individuali.
Facciamo due conti con dei possibili casi concreti: una ristrutturazione che costerà circa 70.000 euro, cifra tipica per un appartamento di 90-100mq. Con l'attuale sistema si può detrarre solo il 36% di 48.000 euro, in dieci rate annuali di identico importo, ovvero 1.728 euro, mentre con il nuovo (possibile) sistema si potrà detrarre il 50% dell'intero importo, sempre in dieci rate di identico importo, pari a 3.500 euro. il doppio: non è male, no? Considerate che il meccanismo avrà valore anche per i lavori fatti nei condomini, con indubbi vantaggi per la salute dei nostri spesso desueti fabbricati. Altro esempio: una ristrutturazione parziale di un piccolo appartamento, per una spesa totale di 45.000 euro: qui il tetto attuale non viene "sfondato", quindi ci si guadagna solo con l'aumento della detrazione: si passa comunque da una detrazione annua di 1.620 euro ad una di 2.250. Ovviamente chi più spenderà, avvicinandosi al nuovo tetto dei 96.000 euro più ci guadagnerà in proporzione rispetto all'attuale sistema.
Ricordate che, da poco tempo a questa parte, "finalmente" anche le parcelle dei professionisti dell'edilizia possono essere inserite nella detrazione, mentre prima ne erano esplicitamente escluse: un motivo in più per chiedere la fattura al vostro architetto!! purtroppo però non è possibile beneficiare dell'iva al 10% anche sulle prestazioni professionali, che, quindi, rimangono assoggettate all'iva al 21% come qualunque altra opera o fornitura che non fa capo all'impresa principale: magari farò un post specifico per meglio chiarire questi aspetti della fiscalità sempre molto molto contorti.
Per quanto riguarda l'inserimento della detrazione del 55% per il risparmio energetico in una legge "vera" non può che essere una splendida notizia: ogni anno si assiste alla lotta dei lavoratori del settore infissi in particolare che minacciano scioperi e rivolte se non viene prorogata la detrazione, e alla "corsa" dei clienti ad ordinare i nuovi infissi a novembre e dicembre per poter essere certi di poter contare sulla detrazione. Con la sua stabilizzazione, lavoreremo tutti in modo più sereno e, soprattutto, potremmo programmare più tranquillamente i lavori da fare a casa nel futuro, potendo contare sulla certezza che la detrazione non rischia di essere tolta. La detrazione, è indubbio, toglie risorse allo Stato, ma lo stesso ne riguadagna in due modi: 1. l'economia comuque gira, perchè senza la detrazione fiscale molti non avrebbero proprio fatto i lavori di ammodernamento che sono stati fatti, e molti altri magari li avrebbero fatti contenendo la spesa e quindi contenendo il gettito complessivo del settore edile; 2. ogni singola finestra sostituita, ogni singolo pannello solare montato significa una minuscola percentuale di inquinamento e di anidride carbonica in meno: chi ci guadagna in ciò è la collettività e, quindi, sempre lo Stato.
Sugli ultimi due punti elencati all'inizio non ho quasi nulla da dire, essendo ambiti che conosco poco. L'applicazione dell'IVA anche agli immobili nuovi invenduti nei primi cinque anni mi sembra comunque un discorso di equità, ma non so valutare eventuali ulteriori problematiche a catena. L'applicazione della detrazione delle imposte sull'acquisto di case con valore inferiore ai 200.000 euro invece mi sembra una buona cosa, che avvantaggia i ceti più deboli (anche se le persone veramente deboli non comprano casa e, viceversa, un appartamento da 200.000 euro lo si compra spesso come seconda casa, che non è una prerogativa dei ceti deboli) ma che, per contro, potrebbe portare ad "arrotondare" i prezzi "ufficiali" delle case di poco sopra a quel valore, reintroducendo il "nero" sulle compravendite che invece oggi è un fenomeno se non scomparso quantomeno ridimensionato. Secondo me questo ultimo punto potrebbe saltare o potrebbe venire pesantemente modificato: staremo a vedere.
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