Oggi un post breve, giusto per segnalare una sentenza del TAR di Brescia di qualche anno fa che ha dei risvolti su cui si può riflettere. La storia: un piccolo comune del bresciano istituisce il nuovo regolamento edilizio, imponendo a tutti gli alloggi di nuova realizzazione la superficie calpestabile minima di 45mq. Un costruttore fa ricorso al tar contro questa che gli sembra una eccessiva limitazione del potere edificatorio, e lo vince, in quanto il tribunale sancisce che il comune non può imporre agli alloggi superfici minime diverse (nè inferiori nè superiori, quindi) da quelle imposte dalle norme igienico-sanitarie, in quanto se il mercato immobiliare richiede dei tagli commerciali pari ai limiti minimi delle norme sanitarie, imporre limiti più alti in sostanza significa alterare il mercato.
blog di aggiornamento e riflessione sulla professione tecnica di architetto e non solo, rivolto sia ai colleghi tecnici che agli avventori alle prese con il progetto di ristrutturazione della casa piuttosto che con i problemi urbanistici del proprio immobile.
mercoledì 24 aprile 2013
sabato 13 aprile 2013
i vincoli a Roma: vademecum per viandanti
Roma è una città complessa: lo dice la sua storia. Strato su strato, era su era, il tempo e l'uomo ci hanno consegnato un gioiello d'arte e di complessità. La burocrazia, poi, stende sul tutto un velo impietoso, stratificando vincoli e cavilli la cui complessità forse solo in parte è giustificata dalla indispensabile necessità di tutelare un patrimonio dell'umanità tanto bello quanto sensibile e delicato. In questo post vorrei cercare di trattare un tema assai complesso e insidioso: quello dei vincoli sull'attività edilizia che si possono incontrare a Roma in particolare (ma il discorso per certi versi è estendibile anche ad altre realtà).
martedì 9 aprile 2013
precisazione sui rapporti aeroilluminanti negli edifici storici
Su questo stesso blog abbiamo parlato dei rapporti aeroilluminanti (per esempio in questo post) che devono essere rispettati per alcuni degli ambienti residenziali (ricordiamolo: nelle camere da letto, camere da pranzo e saloni le finestre devono avere una superficie apribile all'aria aperta non inferiore ad 1/8 della superficie calpestabile dell'ambiente; le cucine devono avere minimo 1,5mq di superficie apribile indipendentemente dalla superficie), ma soprattutto negli edifici del tessuto storico spesso questi rapporti sono irragiungibili, anche perché molti degli edifici sono stati costruiti prima che entrasse in vigore questa regola (precisamente nel 1934, anno di pubblicazione del regolamento edilizio tuttora in vigore a Roma): oggi ho sottoposto la questione ai tecnici del I municipio con i quali abbiamo delineato dei concetti importanti che vi trascrivo qui di seguito.
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