Vi è un caso un po particolare, a Roma, ed è quello in cui si debba presentare una CILA a sanatoria. La delibera 44/11, quella che ha determinato le sanzioni amministrative per le pratiche edilizie di accertamento di conformità, parla genericamente di una sanzione di 1.000 euro fuori dalla città storica e del doppio entro la stessa. Parallelamente, però, vi è il DPR 380/01 che invece individua il costo della CILA a sanatoria in soli euro 258, che effettivamente in alcuni casi si applica anche a Roma. Cerchiamo di capirci qualcosa.
blog di aggiornamento e riflessione sulla professione tecnica di architetto e non solo, rivolto sia ai colleghi tecnici che agli avventori alle prese con il progetto di ristrutturazione della casa piuttosto che con i problemi urbanistici del proprio immobile.
venerdì 23 agosto 2013
lunedì 19 agosto 2013
la legittimità della preesistenza: come cercare la documentaizone
Spesso capita una situazione davvero ambigua: volete fare dei banali lavori alla vostra abitazione, i quali però richiedono una CILA (vedi il mio post specifico sulla CILA), quindi incaricate il vostro tecnico di fiducia, il quale però dopo pochi giorni vi chiama dandovi una notizia sconfortante (e magari anche incomprensibile): dell'edificio di cui il vostro appartamento fa parte non esiste un documento che attesti che sia stato legittimamente edificato. Eh si, è un problema: il tecnico (anzi in verità il titolare dell'istanza, come specifica il DPR 380/01 art. 29), nel redigere anche una "banale" CILA è obbligato dalla legge ad asseverare che l'immobile in cui si intendono eseguire i lavori sia stato a sua volta legittimamente autorizzato dal Comune. Ma non solo che sia stato legittimamente costruito, ma anche che le eventuali, successive modifiche apportate all'immobile siano state autorizzate con gli strumenti urbanistici in vigore all'epoca (ne ho parlato anche in un post più recente). Questo perché in caso contrario, occorre fare una sanatoria che ha ben altri costi e presumibilmente anche un diverso iter autorizzativo.
Dunque sia che siate dei privati in questa situazione, sia che siate dei colleghi tecnici alle prese con questo problema, potete continuare a leggere per cercare di capire qualcosa di più su come porvi rimedio.
il formato degli allegati del DOCFA
A volte capita di voler/dover allegare qualche documento alla pratica DOCFA da inviare telematicamente: può capitare nel caso di richiesta di ruralità, oppure nel caso in cui si abbia il diritto all'esenzione della tassa di variazione e quindi occorra dimostrarlo, oppure magari perché il soggetto che firma non è quello titolare dell'immobile, ma ne è un suo delegato. Insomma a volte può essere utile allegare un documento per rendere più chiara la dichiarazione che stiamo presentando, visto che la comunicazione telematica non prevede il "faccia a faccia" con il quale spesso e volentieri si superano veolcemente eventuali punti oscuri.
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