La cosiddetta street art è un fenomeno di lungo corso, forse nato assieme a quei primi aggregati che l'umanità chiamerà poi città: si tratta di segni grafici eseguiti sulle pareti degli edifici e che possono essere dei loghi, dei testi o dei veri e propri dipinti, finalizzati a manifestare le esigenze più disparate, dalla protesta civile o alla comunicazione di base, passando per la vera e propria arte, senza tralasciare, anche, il vandalismo fine a sé stesso. Ultimamente, complice anche un panorama urbano che - va detto - sta andando a grandi passi verso stati di degrado preoccupanti, si vede sempre più spesso il fiorire di dipinti murali atti ad impreziosire facciate anonime se non proprio interi edifici abbandonati o pesantemente degradati. In questo post non mi metterò a disquisire dell'effettiva capacità di questi disegni di incidere sulla qualità urbana ma, come spesso in questo blog, quel che mi interessa è l'aspetto tristemente burocratico della faccenda: realizzare un dipinto murale, o murales che dir si voglia, comporta l'acquisizione di un titolo abilitativo?