può capitare, guardando la planimetria catastale del proprio appartamento, che si noti il fatto che alcuni ambienti hanno una lettera o una parola che ne identifica l'uso, mentre alti sono lasciati "in bianco": in questo breve post di oggi vediamo perché questa cosa non è un errore e capiamo come si interpreta.
Le norme che stabiliscono come si disegnano le planimetrie catastali sono contenute in diversi documenti: in parte vi sono riferimenti negli originari massimari risalenti alla fine degli anni trenta, ma le regole specifiche sono state poi ordinate e inserite nell'art. 57 "modalità esecutive delle planimetrie" del DPR 1142/1949 che così tuttora recita:
Le planimetrie da presentare insieme alle dichiarazioni a norma dell'art. 7 della legge devono essere disegnate ad inchiostro in scala 1: 200 esclusivamente su fogli di carta millimetrata, di determinati tipi e formati, stampati dallo Stato e messi in vendita presso gli Uffici tecnici erariali, presso gli uffici dei Comuni e presso i rivenditori secondari di valori bollati.È tollerato l'uso delle scale 1: 100, ovvero 1: 50.Le planimetrie devono essere eseguite secondo le regole correnti dei disegni edili.Devono inoltre contenere le seguenti indicazioni:a) numero della scheda con la quale l'unità immobiliare è stata dichiarata;b) Comune, via e numero civico relativi al fabbricato nel quale l'unità immobiliare è situata;c) ditta proprietaria; tale indicazione quando si tratti di condominio, può essere limitata alle generalità del primo intestatario;d) altezza media di ciascun vano;e) destinazione dei locali accessori;f) piano o piani nei quali si estende l'unità immobiliare;g) confini dell'unità immobiliare verso le altre proprietà e verso le aree pubbliche. Le prime si indicano scrivendo le generalità del privato o dell'ente pubblico proprietario confinante;le seconde si indicano a mezzo della denominazione stradale.La planimetria deve essere firmata da ingegnere o architetto o perito edile o geometra iscritti nei rispettivi albi professionali.Per i fabbricati esistenti alla data del 13 aprile 1939 è consentito che la planimetria venga firmata dall'obbligato alla dichiarazione.La planimetria è esente da tassa di bollo.
Dalla lettura della norma, si evidenzia la lettera e) laddove viene indicato che nella planimetria è obbligatorio inserire la destinazione "dei locali accessori" che sono, sempre secondo le regole catastali, i bagni, i ripostigli ed i corridoi. le cucine non sono locali accessori ma è buona regola indicare anche la destinazione della cucina o la presenza dell'angolo cottura, se annesso al soggiorno. Da tale norma deriva il fatto che, implicitamente, gli ambienti che non hanno una indicazione di destinazione in planimetria sono gli ambienti principali, tra cui rientrano le camere di abitazione ed i soggiorni.
stralcio di una planimetria catastale di unità immobiliare ad uso residenziale, disegnata in coerenza con quanto indicato nella norma citata |
Alcune planimetrie tuttavia contengono comunque la destinazione dell'ambiente anche quando essa dovrebbe essere omessa secondo le indicazioni dell'articolo sopra citato. Ad ogni modo, a chi scrive non risulta che esista una circolare che indichi specificamente se è possibile comunque indicare la destinazione degli ambienti non accessori, dunque si può ritenere non errata la planimetria che li riporti. Anzi in taluni casi può essere opportuno specificare la destinazione anche degli ambienti principali proprio per non lasciare il campo a dubbi.
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