Per effettuare la ricerca è molto utile conoscere il nominativo del proprietario dell'immobile al momento della costruzione, perché è a questa persona che il fascicolo fa riferimento. Spesso, ma non sempre, nei riferimenti del fascicolo è presente anche il nome del progettista, che compare nei risultati di ricerca pertanto può essere un ulteriore elemento utile.
Se non si trova nulla, o se non si è certi del risultato ottenuto mediante proprietario, si deve procedere mediante indirizzo. Qui c'è da considerare una cosa essenziale: proprio quelli sono stati degli anni molto vivaci nell'attività dell'ufficio toponomastica, anche e soprattutto perché era il periodo della prima espansione al di fuori del nucleo storico originario e immediate propaggini (Piazza Bologna, Piazza Re di Roma, l'Appio-tuscolano, le prime propaggini del Prenestino, etc). Purtroppo le strade sono state non solo nominate magari in anni successivi all'edificazione ma, ancora peggio, strade che avevano inizialmente un nome ne hanno poi ottenuto un altro a distanza di pochi anni, con il risultato che non si può mai essere sicuri che il riferimento al progetto sia quello giusto.
Facendo le ricerche, noterete che i risultati che otterrete sono divisi in diversi ambiti, sostanzialmente in base all'ufficio da cui proviene l'archivio: quindi potreste trovare i risultati nei verbali della commissione edilizia così come nei protocolli dell'ispettorato edilizio. Se state cercando il progetto edilizio - e se siete capitati su questa pagina probabilmente è questo che state cercando - dovrete chiedere i documenti depositati presso l'ispettorato edilizio, perché i risultati dei verbali della commissione edilizia non contengono mai progetti, ma solo appunto i verbali della commissione che analizza i progetti. Se trovate i riferimenti solo nella commissione edilizia, provate a ripetere la ricerca inserendo i dati inseriti nel campo della commissione stessa, per trovare i riferimenti nell'ispettorato edilizio. Comunque gli assistenti di sala vi aiuteranno a trovare cosa cercate.
In ciò aiuta, ma non fino in fondo, il servizio toponomastica presente tra le applicazioni disponibili on-line sul sito di Roma Capitale, che per ogni toponimo fonisce come risultato il nome della via, l'anno di istituzione ed in molti casi anche la scansione della deliberazione comunale con cui è stata autorizzata. Accennavo al fatto che questa cosa, utilissima, purtroppo non può essere considerata in modo troppo stringente perché gli uffici a quei tempi viaggiavano ad una velocità molto diversa da quella che conosciamo oggi, e capitava benissimo che, nei fatti, il nome della strada, magari istituita nel 1922, divenisse poi "pubblico" solo diversi anni dopo, per cui i progetti che sono stati presentati nei primi anni potrebbero riportare il nome della strada precedente, oppure nessun nome (tipica è la dizione "via da denominare di piano regolatore", spesso abbreviato con "via di p.r.").
Casi di strade che hanno cambiato nome nel tempo e che mi sono capitati personalmente sono: via Livorno, che in origine si chiamava via Amalasunta, via Stamira, che in origine era Stamura, via Pinerolo, istituita nel 1924, che in origine era la prosecuzione di via Orvieto, la quale in origine andava da via La Spezia fino a piazza Re di Roma. Piazza Casalmaggiore, che si trova a metà della originaria via Orvieto, sarà rinominata ancora anni dopo. Se vi siete imbattuti in ricerche analoghe potete aggiungere un commento al post, ed inserirò i riferimenti in questo paragrafo.
Attenzione alle vie nelle zone in via di urbanizzazione: spesso venivano nominati dei tracciati viari molto "lunghi" che successivamente sono stati "frazionati" in vie dal nome diverso. In tal caso, il progetto farà riferimento al nome di un'altra strada, pertanto occhio agli allineamenti viari: se trovate un progetto con il giusto proprietario ma che risulta in una via che è orientativamente la prosecuzione della strada in cui oggi risulta l'immobile, è probabile che quello sia il progetto giusto. Fate riferimento all'esempio di via Pinerolo/via Orvieto che riporto nel paragrafo precedente.
Purtroppo il servizio on-line di toponomastica, che pure è encomiabile ed utilissimo, non consente di sapere quale era il nome precedente di una strada, e spesso non si capisce neanche leggendo le delibere. Nei progetti, comunque, doveva essere sempre rappresentato lo schema delle strade limitrofe a quello dell'intervento, per determinare la localizzazione dell'edificio in modo certo: prendendo un edificio in un lotto confinante e coevo, è probabile che possiate estrarre lo schema delle strade con i nomi di allora.
Pur seguendo i vari suggerimenti di cui sopra, non sempre si trova il progetto dell'edificio che si va cercando, e questo può dipendere da alcuni fattori:
- il fascicolo è andato perduto;
- il fascicolo non è mai stato presentato;
- il fascicolo è stato trasferito temporaneamente al dipartimento PAU senza che poi sia stato fatto tornare indietro (può capitare, soprattutto per i progetti che, inizialmente depositati presso l'archivio capitolino, subivano varianti o integrazioni successivamente al 1931);
- il fascicolo non si trova con i riferimenti diretti e noti (costruttore, proprietario dell'epoca della costruzione, indirizzo).
Nei casi 1 e 2, c'è poco da fare: il progetto non esiste e, se è esistito, è andato perduto per sempre. In questo caso, la legittimità può essere verificata facendo riferimento alla planimetria catastale d'impianto, che dovrà rportare una data di presentazione non posteriore al 1942. Nel caso in cui esistano sia il catastale del 1939 e sia il progetto, secondo me prevale il secondo, dunque se ci sono differenze tra i due documenti, bisogna fare riferimento ai grafici dell'autorizzazione edilizia. Spesso non si può distinguere tra i casi 1 e 2.
il caso 3 è abbastanza raro, può capitare nei fascicoli degli anni a ridosso del 1931 in quegli edifici che erano in corso di costruzione in quell'anno, ma può capitare, per questioni varie, anche per edifici il cui progetto risale a qualche anno prima. è quasi impossibile che ciò sia potuto avvenire per progetti antecedenti al 1925. In questo caso basterà effettuare la ricerca anche presso il PAU, cosa comunque da farsi per scrupolo se non si è trovato nulla all'archivio capitolino.
se vi capita il caso 4, è probabile che possiate risolvere seguendo le indicazioni riportate più sopra. Considerate comunque che si può, anzi sotto certi aspetti si deve, andare un po' per tentativi.
Alcune informazioni pratiche:
- l'archivio è aperto tutti i giorni dalle 9:00 alle 16:00, ma c'è un numero limitato di terminali a disposizione ed anche un numero limitato di armadietti, per cui in caso di forte affluenza potreste non essere ammessi;
- la documentazione di questo archivio non è riservata nè privata, dunque è di pubblico accesso: non è quindi necessario avere deleghe della proprietà;
- ogni giorno vengono effettuate tre "prese" di documenti ad orari prestabiliti, durante le quali si possono chiedere un massimo di 2 fascicoli o documenti per persona (fa fede la tessera, che è personale). dunque in una sola giornata si possono visionare al massimo un totale di 6 documenti (di più ovviamente se si va in due). Gli orari delle prese attuali (ottobre 2016) sono: 9:45; 11:45; 14:00. la richiesta di documento va depositata fino a qualche minuto prima dell'orario indicato. Si possono prenotare delle prese per il giorno successivo, ma solo per l'orario delle 9:45. Se il documento non è stato visionato entro l'orario della successiva presa, viene riportato in archivio e bisognerà richiederlo di nuovo;
- i bollettari con le licenze di abitabilità possono essere visionati anche senza orario e non rientrano nel limite massimo dei documenti visionabili: l'abitabilità è comunque sempre visionabile sul portale informatico in quanto tutti i documenti sono scansionati e disponibili (sempre solo sui terminali sul posto, purtroppo);
- in sala visure non è possibile entrare con borse, borselli e neanche con cartelle in cartone, bisogna entrare solo con il fascicolo da visionare. si possono prendere appunti, ma solo su dei fogli sciolti e usando esclusivamente una matita (non chiedetemi il perché). inutile dunque andare all'archivio con molte cose, anche perché gli armadietti non sono molto capienti. non è possibile visionare i documenti in nessun altro posto che non sia la sala appositamente dedicata;
- dei documenti può essere ovviamente chiesta la riproduzione, che però può essere solo ed esclusivamente digitale, mediante scansione o fotoriproduzione. Dovrete dotarvi di un CD vergine (ma è ammissibile anche il DVD) da consegnare all'ufficio, perché non vi verrà messo a disposizione neanche pagando. Non è attualmente possibile ottenere i documenti in nessun altro modo;
- Da settembre 2017 è data facoltà al cittadino-studioso di effettuare riproduzioni con propri mezzi del materiale in consultazione (leggi la notizia direttamente dal sito dell'archivio) grazie al recepimento della normativa che ha liberalizzato, con limitazioni, la riproduzione del materiale culturale: in parole povere, è possibile fare foto dei documenti in modo libero e gratuito, anche con telefono cellulare. E'ovviamente ancora sempre possibile farsi fare le copie su CD: il che è preferibile nel caso in cui i documenti riprodotti vi servano in scala, in quanto le foto fatte da loro sono effettuate stendendo per bene il foglio (spesso sono molto delicati e non conviene "acciaccarli" troppo se non si sa quel che si fa) e aggiungendo all'immagine una scala metrica (cioè nella foto viene aggiunto un righello in basso).
Gent.mo Architetto, abbiamo appena costituito una Associazione Onlus per portatori di disagio psichico avendo disponibile una unità immobiliare accatastata come A10. E' lecito svolgere l'attività con tale accatastamento o bisogna variare la destinazione?
RispondiEliminase vi configurate come "associazione di promozione sociale", la vostra attività prescinde dalla destinazione d'uso dunque potreste operare in qualunque immobile. Se non vi potete ricondurre a questa fattispecie, secondo me rientrate nei "servizi alle persone" che, pur essendo nella stessa funzione del "direzionale privato" prevede un più alto carico urbanistico e dunque dovreste fare un cambio di destinazione d'uso con monetizzazione degli standard urbanistici, pur mantenendo la destinazione catastale in A10 che è congrua.
EliminaSalve,
RispondiEliminaavevo un quesito: sto seguendo una ristrutturazione in centro storico a Roma e l'aopartamento in questione è al piano terra, classificato C/2 magazzino, sebbene tutti gli ambienti abbiano altezza di 3,20 mt, finestre e non siano seminterrati. Tenendo conto che anche nel catastale del '39 è indicato come magazzino, sono andato all'archivio capitolino per trovare qualcosa che comprovasse un uso abitativo o di ufficio.. Niente. A questo punto, essendo una zona molto pregiata e l'immobile vincolato, che tipo di cambiamento di destinazione sarebbe possibile? Il mio cliente vorrebbe farci uno studio. Grazie.
bisogna fare uno studio di fattibilità. comunque portarlo in A10 non dovrebbe essere vietato.
EliminaUn'altra cosa, riguardante sempre questo immobile storico: le bocche di lupo presenti al piano interrato, non hanno uno scolo.. Come si fa a evitare che l'acqua entri nei locali adibiti a magazzino?
Eliminaevidentemente c'è qualche problema realizzativo: non credo di poter essere in grado di indicare soluzioni a distanza.
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RispondiEliminaBuongiorno Arch. Campagna e colleghi.
RispondiEliminaRiporto che Via Andrea Doria,che si estende da Largo Trionfale a Circonvallazione Trionfale (quartiere trionfale), istituita con Proposta C.C. n. 123 del 14/01/1901, almeno fino a circa il 1920 è segnata nei progetti dell'Archivio Capitolino come VIALE DELLE MILIZIE (essendo di fatto il suo prolungamento). Ancora prima potrebbe essere segnata come strada n.7 (di convenzione) essendo tutto il quartiere costruito fuori dalla cinta daziaria per una convenzione stipulata tra il Comune di Roma, la Banca d'Italia e l'Istituito Romano Beni Stabili, a partire dal 1900.
grazie, lo aggiungo ad un post che non ho ancora pubblicato, in cui sto raccogliendo informazioni sulle strade che hanno cambiato nome nel tempo.
EliminaBuonasera Arch. Campagna,
RispondiEliminasto indagando su un immobile con licenzia del 1923 sito in città giardino Aniene. Il progetto originario è difforme dallo stato attuale, nei verbali della commissione edilizia ho trovato un progetto approvato nel dicembre 1930 per l'aggiunta di una autorimessa, con successiva variante nel giugno 1931. Ho fatto richiesta al PAU tramite il SIPRE ma non hanno trovato il progetto ora ho chiesto la variante. Nel caso non si trovi posso in qualche modo garantire lo stato leggittimo urbanistico?
se l'ufficio certifica che il progetto è irreperibile (non che non si trova: ma che è esistito ma che non è presente in archivio), si potrebbero seguire le indicazioni dell'art. 9 bis comma 1 bis DPR 380/01.
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