martedì 9 aprile 2013

precisazione sui rapporti aeroilluminanti negli edifici storici

Su questo stesso blog abbiamo parlato dei rapporti aeroilluminanti (per esempio in questo post) che devono essere rispettati per alcuni degli ambienti residenziali (ricordiamolo: nelle camere da letto, camere da pranzo e saloni le finestre devono avere una superficie apribile all'aria aperta non inferiore ad 1/8 della superficie calpestabile dell'ambiente; le cucine devono avere minimo 1,5mq di superficie apribile indipendentemente dalla superficie), ma soprattutto negli edifici del tessuto storico spesso questi rapporti sono irragiungibili, anche perché molti degli edifici sono stati costruiti prima che entrasse in vigore questa regola (precisamente nel 1934, anno di pubblicazione del regolamento edilizio tuttora in vigore a Roma): oggi ho sottoposto la questione ai tecnici del I municipio con i quali abbiamo delineato dei concetti importanti che vi trascrivo qui di seguito.

venerdì 29 marzo 2013

gli interventi edilizi a Roma: tavola sinottica

Le norme del PRG di Roma, come si sa, sono varie ed applicate in modo non uniforme all'interno della stessa famiglia di tessuti. Ciascun tessuto può avere delle caratteristiche tipologiche o formali tali da rendere necessaria una specifica limitazione di acune possibilità di intervento: alcune sono comprensibili (tipo nei tessuti più antichi della città non è possibile fare frazionamenti, oppure in tutta la città storica e consolidata non è possibile avere attività commerciali con più di 1500mq di superficie di vendita) altre decisamente più raffinate e forse meno condivisibili (l'avreste mai detto che i cambi d'uso per creare abitazioni fossero più semplici da ottenere nel tessuto storico che non nella città consolidata?). Per barcamenarsi un poco tra le varie limitazioni ho costruito una semplice tavola sinottica di alcuni tra gli interventi edilizi più comuni, senza pretesa di esaustività.

martedì 26 marzo 2013

la CILA on-line: qualcosa all'orizzonte

Sempre da voci di corridoio, vengo a sapere oggi che in questi mesi Roma Capitale ha lavorato per consentire l'invio delle pratiche edilizie per via telematica, e quindi per poter essere in regola con il DPR 380/01 che impone alle amministrazioni locali di dare questa possibilità (il termine ultimo per i comuni è scaduto a gennaio, ovvero sei mesi dalla pubblicazione della legge 134/2012 che ribadiva e rafforzava questo concetto già presente nel TUE). 

giovedì 21 marzo 2013

DURC (a sorpresa) non più obbligatorio da allegare

Stamattina ho depositato una CILA in un municipio e, con mio grande stupore, alla vista del DURC regolarmente allegato alla pratica il tecnico mi risponde: "no, questo non è più obbligatorio". Dopo lo shock iniziale ho chiesto come mai non fosse più obbligatorio, e il tecnico mi ha risposto: "perché da oggi in poi è il committente che dichiara implicitamente di aver verificato la regolarità contributiva dell'impresa, e quindi allegare il DURC non è più obbligatorio". Quindi da oggi in poi non significa che c'è un incombenza in meno, ma semmai una responsabilità in più (e te pareva): il DURC va sempre e comunque richiesto alle imprese e bisogna sempre appaltare lavori ad imprese che sono regolari nel pagamento dei contributi previdenziali verso i propri dipendenti. Anzi, sarebbe opportuno tenersi da parte le copie dei DURC richiesti alle imprese, in caso di futuri controlli. 

martedì 5 marzo 2013

attenti alla dicitura sulle planimetrie allegate ai fine lavori

Dato che è già la seconda volta che mi capita nei municipi (prima al terzo, ora al quinto), sospetto stia diventando la norma in tutta Roma, quindi è bene spargere la voce: nelle comunicazioni di fine lavori, come sapete, dobbiamo necessariamente allegare la planimetria dell'accatastamento, a dimostrazione del fatto che abbiamo rispettato l'obbligo normativo di adeguare gli archivi catastali ad ogni intervento edilizio (se prevede variazioni planimetriche, ovviamente). A tale planimetria io sono abituato ad allegare anche la ricevuta di avvenuta denuncia di variazione nonchè il frontespizio del DOCFA stesso, tuttavia ritengo che planimetria e ricevuta siano più che sufficienti.
Non paghi di tutto ciò e ignorando il fatto che noi tecnici privati ASSEVERIAMO sotto la nostra responsabilità che gli allegati che mandiamo sono conformi agli originali (e ignorando anche il fatto che noi NON dovremmo più allegare alcun documento che la pubblica amministrazione sia in grado di ottenere da sola), i municipi vogliono che sia scritto esplicitamente sulle planimetrie depositate in copia allegate ai fine lavori la seguente dicitura:

"COPIA CONFORME ALL'ORIGINALE ALLEGATO ALLA DENUNCIA DI VARIAZIONE CATASTALE PROT. RMxxyyzz DEL xx/yy/zzzz"
con annesso timbro e firma.

Comunque poco male, se uno ha il timbro appresso si può aggiungere anche seduta stante davanti al personale del protocollo (MAI recarsi negli uffici senza timbro).

Buon lavoro a tutti!

giovedì 21 febbraio 2013

un uccellino mi ha detto...

Gira voce, nell'ambiente degli uffici tecnici municipali romani, che il Dipartimento PAU stia predisponendo una circolare per chiarire i (tanti, troppi) aspetti poco chiari del calcolo dell'onerosità nelle DIA. Probabilmente al Dipartimento stanno arrivando tantissime richieste di chiarimento dai Municipi, e quindi si è giustamente deciso di porre un punto fermo sull'argomento, un po come si è fatto qualche tempo fa con la circolare sui titoli edilizi e le relative procedure.

Staremo a vedere... ;-)

lunedì 18 febbraio 2013

verificare il municipio di appartenenza a Roma

Un post di poche righe, oggi, per una operazione banale - quella di individuare in quale municipio ricade il nostro immobile - ma che ha risvolti molto importanti, sia per i privati che per i tecnici che operano a Roma. Negli altri post di questo blog abbiamo visto infatti come ci siano differenze spesso anche sostanziali tra municipio e municipio nell'interpretazione di alcuni cavilli burocratici: ricadere quindi in un municipio piuttosto che un altro diventa cruciale ma, soprattutto, dato che non è possibile presentare una pratica edilizia in un municipio diverso da quello in cui ricade l'immobile è essenziale andare "a colpo sicuro" per evitare di perdere un'intera mattinata in fila al municipio sbagliato (ultimamente mi è capitato spesso trovare colleghi in fila che avevano sbagliato il municipio: ecco il perché di questo post). Vediamo i modi che io uso per essere certo di non "toppare" il municipio in cui ricade l'immobile.