Stavolta faccio un azzardo: vorrei raggruppare una serie di appunti di cose che potrebbero essere migliorate a Roma Capitale per ottimizzare e rasserenare il rapporto con i tecnici privati del settore edilizia (di cui faccio parte) e la Pubblica Amministrazione. Vorrei anche il vostro aiuto e la vostra partecipazione, o anche solo il vostro supporto o le vostre preziose critiche: se verranno fuori delle idee condivise, magari potremmo pure presentare il tutto al nuovo governo di Roma Capitale che verrà (tra poco) e magari, chissà, essere pure ascoltati.
Ho raggruppato le proposte all'interno di alcuni macro-problemi che ho individuato nel corso della professione: alcune proposte tuttavia potrebbero essere inter-disciplinari.
- dialogo con i tecnici municipali e dipartimentali. Le pratiche edilizie, si sa, sono sempre complicate, anche quando sono semplici: quasi sempre occorre andare a parlamentare coi tecnici del municipio per aggiustare la pratica prima di presentarla o magari chiedere un parere su come affrontare una piccola difformità: ciò causa file immense che si traducono in una perdita di tempo mostruosa per i tecnici privati, e quindi anche dei disservizi perché se si arriva tardi in un municipio zeppo si rischia di non riuscire a presentare la propria pratica. Proposte per migliorare questo aspetto:
- istituire, per ogni municipio e per il Dipartimento PAU, una casella di posta, magari certificata, attraverso la quale poter porre i propri quesiti o magari mandare proprio in anteprima tutta la pratica per un consulto "digitale" con i tecnici municipali, oppure istituire un FORM in cui inserire il proprio quesito in modo già ordinato per una più veloce risposta. Ovviamente la risposta all'email non darà la certezza dell'accettazione della pratica, ma varrà quello che vale l'informazione chiesta al tecnico di zona. Oggi già esistono le caselle ufficiali dei singoli dirigenti e dipendenti del Comune, solo che non sempre si riceve risposta.
- istituire la possibilità di depositare le CILA/SCIA/DIA on-line. A questo, a quanto ne so, si sta già lavorando. Bisogna però trovare un sistema per far si che le CILA abbiano una qualche forma di controllo (e qui faccio una critica al mio settore di appartenenza), perché spesso si vogliono depositare CILA mal fatte o per opere che invece sconfinano nella SCIA o nella DIA, e dato il fatto che la CILA non ha i trenta giorni di silenzio-assenso, il titolo depositato digitalmente darebbe già autorizzazione all'esecuzione dei lavori il giorno successivo, per opere magari non autorizzabili in CILA. è anche vero che una eventuale risposta dell'amministrazione inibirebbe i lavori già cominciati dichiarandoli come abusivi, quindi diciamo che in realtà il problema si pone solo in parte, ma poi nella pratica è difficile visionare tutti gli atti che vengono depositati, soprattutto in quei municipi in cui il personale non è sufficiente in confronto al territorio da dover gestire.
- introdurre un sistema di prenotazione on-line per gli appuntamenti con i tecnici municipali magari affiancando i "normali" orari di ricevimento al pubblico e dedicati esclusivamente al richiedere informazioni, senza quindi possibilità di depositare la pratica. Questi appuntamenti potrebbero svolgersi solo nei pomeriggi e potrebbero essere in numero limitato per non ingolfare il lavoro del municipio. Consentirebbe al contempo di alleggerire la fila della mattina a vantaggio dei tecnici che devono solo depositare (e che devono farlo prima che la cassa municipale chiuda, generalmente alle 13:00) e contestualmente consentire a chi deve solo chiedere informazioni di recarsi ad orari prestabiliti.
- istituire un sistema di pre-pagamento on-line per la cassa municipale non necessariamente legato al deposito della pratica il giorno stesso o successivo, in modo da saltare il problema degli orari della cassa municipale che non sempre coincidono con gli orari di ricevimento dei tecnici o addirittura per quei municipi in cui la cassa si trova in un luogo fisicamente diverso da quello in cui la pratica viene visionata.
- Accesso ai progetti edilizi dei fabbricati. In teoria, ogni volta che un tecnico presenta anche una semplice CILA dichiara che ha verificato che la documentazione relativa alla costituzione del fabbricato è legittima e che la provenienza dell'immobile non ha difformità rispetto all'ultimo titolo edilizio emesso. La difficoltà è che i progetti dei fabbricati si trovano depositati presso l'archivio del dipartimento PAU e l'accesso a questi atti è davvero complesso: l'archivio riceve solo le prime trenta persone che si presentano la mattina per due soli giorni a settimana. Non solo: tutto ciò che è ante 1996 è depositato presso un archivio esterno, quindi la richiesta di visione di questi fascicoli richiede un tempo tecnico che generalmente arriva ad un mese. è una procedura troppo complessa per una verifica così importante, tanto complessa che alla fine nelle piccole pratiche per gli appartamenti che i clienti devono fare di corsa si finisce sempre per dichiarare di aver visionato questi documenti senza poi averlo fatto. Di seguito, le proposte per migliorare questo aspetto:
- istituire l'obbligo per gli amministratori di condominio di costituire un archivio con il progetto dell'edificio che amministrano, magari rispolverando, migliorando e ampliando il concetto di "fascicolo di fabbricato": in questo modo il tecnico che dovrà fare una pratica edilizia dovrà interfacciarsi con l'amministratore e non con il Dipartimento. Per facilitare gli amministratori a dotarsi di questi documenti il Dipartimento potrebbe istituire un canale preferenziale di dialogo che si affianchi alle normali modalità di accesso all'archivio. Non sarebbe del tutto sbagliato che gli amministratori di condominio archiviassero anche le pratiche edilizie fatte sui singoli appartamenti: occorrerebbe superare il discorso privacy ma secondo me sarebbe fattibile. L'archivio potrebbe essere anche completamente digitale (io scansiono sempre tutte le mie pratiche edilizie, per esempio). Ciò potrebbe essere fatto anche nell'ottica di rispolverare ed ampliare il concetto di "fascicolo di fabbricato", che, seppure nato con intenti interessanti, alla fine è diventata una delle tante inutili buffonate italiane utile solo ad ingolfare gli archivi.
- ovvio a dirsi, ma si potrebbero ampliare gli orari e le modalità di accesso all'archivio dipartimentale. Perché l'archivio progetti non può essere aperto tutti i giorni? e perché solo trenta numeretti al giorno per due giorni a settimana per una città di quasi tre milioni di abitanti? La richiesta di accesso al progetto potrebbe essere inviata anche on-line (tanto che il pagamento dei diritti di ricerca è già possibile farla on-line), invece che fare come ora e cioè recarsi DUE volte all'archivio: una volta per depositare la richiesta, la volta successiva per visionare il fascicolo, sempre andando alle 7 di mattina e sempre prendendo uno dei trenta numeretti a disposizione. Tempo fa sul sito del dipartimento era apparsa la notizia che avrebbero a breve implementato il servizio di prenotazione on-line degli appuntamenti: non se ne è saputo più nulla.
- digitalizzare l'archivio progetti dipartimentale. Beh, io la butto là: sarebbe un lavoro titanico che richiederebbe anni, anche considerando che i progetti spesso sono rappresentati su fogli fuori standard molto grandi il che richiede strumenti particolari e complessi, ma una volta digitalizzato tutto l'archivio progetti, l'accesso agli atti sarebbe istantaneo. Magari si potrebbe valutare di farlo fare da una ditta esterna. L'accesso all'archivio digitale, per i problemi relativi alla privacy (che, detto fra noi, in ambito urbanistico secondo me NON dovrebbe esistere), potrebbe essere garantito ai soli utenti registrati e dotati di firma digitale, come già avviene per l'accesso all'archivio delle planimetrie del catasto. Che bel sogno sarebbe...
- delocalizzare l'archivio progetti presso i municipi. Se l'archivio fosse digitalizzato non ci sarebbe questa necessità, ma non sarebbe concettualmente sbagliato se i progetti degli edifici fossero depositati anche presso i municipi: in fondo è presso questi che vengono depositate la quasi totalità delle pratiche edilizie. In una cittadina confinante con Roma l'archivio progetti è una stanza che sta vicino all'ufficio tecnico: se vuoi presentare una cila, si esce nel corridoio e si prende il progetto del fabbricato relativo. tempo totale impiegato a cercare il progetto: sessanta secondi. In questo modo c'è anche più controllo e c'è più garanzia di correttezza, e chi desidera lavorare nella più completa trasparenza può farlo senza necessariamente impiccarsi.
- creare degli strumenti interattivi di gestione e analisi del territorio. il PRG è già on-line, vi diranno al Comune, ma le tavole sono sgranate se si zoomano, i colori - in particolare quelli della città storica - non sono sempre determinabili con certezza (i colori del T2 e T3 della città storica sono molto simili, e tra T2 e T3 cambia davvero tanto) e non tutti gli elaborati del Piano sono aggiornati (la carta per la qualità per esempio è ancora quella del 2003). Si potrebbe realizzare un qualcosa come il PTPR Regionale, in cui vi è una mappa interattiva nella quale, cliccando sul fabbricato d'interesse, appaiono tutti i vincoli eventualmente ricadenti sul suolo. Una cosa più o meno simile si potrebbe fare con il PRG: clicco su un fabbricato o su un isolato e mi esce in automatico: certificato di destinazione urbanistica, con l'indicazione inequivocabile del tessuto in cui si ricade; visura della carta per la qualità e, se positiva, individuazione del tipo di vincolo e anche del tipo di sovrintendenza competente; magari pure la destinazione urbanistica del vecchio PRG che in alcuni contesti (tipo le sanatorie) può tornare utile. Si potrebbe integrare anche l'archivio dei beni sottoposti a tutela per decreto ministeriale, anche se in teoria già la carta per la qualità dovrebbe già farlo. sto sognando?
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