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domenica 1 giugno 2025

Roma: moduli integrativi salva-casa

Oggi un post breve solo per rappresentarvi che - come probabilmente avrete già scoperto operando sul SUET in questi giorni di maggio-giugno 2025 - Roma Capitale ha introdotto l'obbligo di produrre un nuovo allegato obbligatorio nelle procedure edilizie da depositarsi sul SUET, che rappresenta una sorta di modulo integrativo, da compilare ed allegare nelle more dell'adeguamento del portale telematico, cosa che avverrà auspicabilmente entro la fine di giugno 2025, con ulteriori novità che si protrarranno fino a fine agosto 2025.


Anzitutto, la notizia riportata sul sito ufficiale di Roma Capitale.

A questa pagina, trovate i moduli integrativi da scaricare, compilare, firmare (sia committente che tecnico) ed allegare sul SUET dove richiesto tra gli allegati.

Gli stessi moduli ve li metto a disposizione anche qui di seguito (sono gli stessi moduli semplicemente scaricati e messi a disposizione su un mio spazio web: non garantisco affidabilità del documento, se avete dubbi scaricateli dal sito ufficiale):

i moduli semplicemente organizzano lo schema già approvato dalla Regione nei giorni scorsi: quando, nelle prossime settimane, verrà aggiornato il SUET, questi moduli non dovranno più essere compilati: fate riferimento alle news che trovate pubblicate quando entrate sul SUET.

sostanzialmente sono state aggiunte delle dichiarazioni specifiche relative alla legittimità del pregresso, all'eventuale dichiarazione di tolleranza costruttiva, nonché le dichiarazioni inerenti l'aspetto sismico di cui all'art. 34-bis comma 3-bis e le dichiarazioni relative al mutamento di destinazione d'uso, cioè tutti gli argomenti introdotti ed implementati nella normativa dal decreto salva-casa.

se vi state chiedendo perché non esiste il modulo integrativo della SCIA alternativa al PdC  è perché questo modulo è già stato aggiornato ed è completo: vi ricordo che la SCIA alternativa non è ancora implementata nel suet ma va ancora a deposito via PEC presso i municipi territorialmente competenti: l'implementazione nel SUET avverrà entro la fine di agosto 2025 secondo le previsioni del Dipartimento Attuazione Urbanistica di Roma Capitale.



24 commenti:

  1. ma per una CILA, che riguarda "opere interne" che senso ha un modulo del genere???....e' obbligatorio compilarlo???.......

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    1. ...e se non ho nulla da dichiarare ovvero "tollerare"????

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    2. c'è l'opzione apposita per dichiarare che l'ambito di intervento non necessita di asseverazioni riguardo le tolleranze. ovviamente anche questa è una responsabilità...!

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    3. Perdonami Marco, dov'è l'opzione in cui è possibile dichiarare che "l'intervento non necessita di asseverazione riguardo le tolleranze"? Grazie

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    4. Si stanno dando per scontate troppe cose. La nuova normativa sulle tolleranze non chiarisce a quale TITOLO si riferiscano le irregolarità da tollerare. Se un immobile ha una CILA del 2012 su modifiche successive a una DIA del 2001, quale titolo fa fede? E se le due documentazioni contrastano tra loro anche per un mero errore materiale – ad esempio, per la posizione di una finestra – quale prevale?

      Inoltre, se un collega ha asseverato in passato una situazione non perfettamente corrispondente al titolo originario (magari ritenendo legittime tolleranze non esplicitamente previste), noi oggi ci troviamo a dover ‘certificare’ quella legittimità… su cosa? Con quali margini di responsabilità?

      L’accesso agli atti è solo il primo passo, e spesso i documenti in Municipio non coincidono con quelli al Dipartimento. Non parliamo poi delle tempistiche, dei documenti mancanti, dei protocolli illeggibili o delle tavole scomparse. Non basta ‘verificare’: serve una ricostruzione filologica degna di un archivista vaticano, e il tutto con responsabilità penale e patrimoniale. Quindi no, non è così semplice e mi chiedo quanto dovrei chiedere di parcella per una CILA per magari alzare una spalletta in un bagno? Incentiveranno abusivismo ma sopratutto firmeranno e lavoreranno solo i “tecnici” a cui spesso non interessa assumersi responsabilità. Il tutto in modalità telematica senza più un confronto con i tecnici comunali che però sono preposti al controllo. Una follia. Si vero anche prima per scrupolo si controllavano le preesistenze ma non si veniva vessati con dichiarazioni contraddittorie e asseverazioni folli.

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    5. per "stato legittimo" bisogna fare sempre riferimento all'art. 9-bis comma 1-bis TUE, dunque occorre (purtroppo) andare a ritroso nell'analisi dei titoli edilizi finché non si incontra il "primo titolo" (progetto originario; documentazione alternativa se il progetto non si trova o se l'edificio risale a prima della normativa; permesso rilasciato con analisi della legittimità fatta dal comune) e poi verificare la correttezza di quelli successivi. è una operazione complessa, soprattutto nel caso in cui l'immobile abbia avuto più titoli di trasformazione, ma purtroppo va fatta. come ho già risposto, era un approccio che andava fatto anche prima.

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    6. @martinus - nel modulo pdf "cartaceo" non c'è, ma in quello integrato nella CILA sì. mi pare sia l'opzione 2.8

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    7. Nessun committente ha la pazienza e vuole spendere per fare queste ricerche sopratutto in immobili vecchi. Io l’ho sempre fatto ed ho anche rinunciato ad alcuni incarichi. Rimane il fatto che ora le difformità le devo dichiarare io e le devo asseverare come non rilevanti. Senza togliere che mi chiedono di farlo anche per un eventuale pilastro spostato di qualche cm dichiarandolo non rilevante. Chi sono io in ambito di una CILA per opere interne per fare da verificatore, collaudatore, asseveratore di molteplici aspetti così rilevanti ridotti ad un gioco di spunte. Se ho un dubbio? (È un tracantone o un pilastro) che facciamo ci mettiamo a fare sondaggi in un appartamento dove magari va solo aperta una porta nella camera da letto e quel “tracantone” non viene toccato. Evidentemente vi piace essere responsabilizzati oltre già quanto la professione prevede che sia.

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    9. raccolgo volentieri il tuo sfogo ma io posso fare ben poco se non creare una rete di colleghi che cerca di sopravvivere aiutandosi. le nostre responsabilità sono sempre state sconfinate e ben oltre i confini delle parcelle che percepiamo, in proporzione: mi chiederei piuttosto perché tanti colleghi chiedono quattro spicci per fare una CILA, viste le responsabilità enormi che ciò comporta (e che comportava anche prima). Dovremmo imparare a concordare tra professioni tecniche delle parcelle minime, visto che in passato ci fu tolto (anche) il diritto alla tariffa professionale minima, pur svolgendo un ruolo di pubblica necessità.

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    10. Grazie! Era proprio questo che cercavo: sentire la voce di colleghi scrupolosi che iniziano a farsi sentire, per contribuire finalmente a creare un atteggiamento virtuoso – e non vizioso – fin dai sopralluoghi preliminari. Bisogna far capire ai committenti che “aprire una porta” o “buttare giù un tramezzo” non sono operazioni banali. Se il legislatore ci carica di responsabilità sempre maggiori, non possiamo più essere percepiti – né pagati – come semplici compilatori di CILA o arredatori da divano. Credo che serva uno standard di metodo, condiviso e trasparente, che consenta a noi tecnici di lavorare riducendo al minimo il margine di rischio, senza rinunciare alla qualità e alla coscienza professionale. La responsabilità c’è sempre stata, certo, ma oggi è diventata esponenziale e sbilanciata rispetto alle tutele e ai compensi. Se poi qualcuno accetta di firmare a occhi chiusi, se ne assuma le conseguenze. Ma dopo 25 anni di professione, vorrei che la mia voce venisse ascoltata non solo dai colleghi, ma anche – finalmente – dalle istituzioni e dai committenti.

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    11. @P la voce di "colleghi scrupolosi" come la tua, la mia e quella di Marco ed altri come noi resta purtroppo vana, dovrebbe farsi sentire chi dovrebbe essere preposto a tutelarci, quali l'Ordine o il Consiglio nazionale...questa ulteriore "responsabilità", ripeto inserita in quel contesto, ci carica di appunto "responsabilità" che nel campo dell'edilizia "libera" art. 6 bis non compare assolutamente, è una libera interpretazione di chi ha fatto i moduli....se troviamo difformità rispetto al progetto che facciamo??? denunciamo tutti??....i costruttori, i colleghi che hanno firmato CILA precedenti ????

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    12. grazie dei vostri contributi, e sono molto d'accordo con voi. Io sto cercando di fare anche di più e di andare oltre questo blog, tanto che mi sono da poco ri candidato per diventare consigliere dell'Ordine di Roma, proprio per cercare di fare qualcosa anche come istituzione, proprio perché ormai la situazione è diventata insostenibile.

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    13. una considerazione sulla quale vorrei esprimesse il vostro pensiero: ma un immobile dotato di agibilità/abitabilita' (per il quale pertanto qualcuno o il comune ha rilasciato un attestato di "congruità " al progetto o con difformità gia' allora qualificabili come tolleranze" o il quale sia stato oggetto di SCIA/DIA/CILA con certificato di collaudo, trattandosi la nostra asseverazione relativa a difformità eseguite in corso di costruzione non credete sia superflua ???......perche' dopo decenni dalla costruzione di un fabbricato le eventuali difformità devono essere rilevate da me, innestando una procedura che riguarda per esempio le strutture per le quali non è stata neanche prevista la possibilità di una "sanatoria".....il comune poteva controllare prima....per me un edificio con agibilità rilasciata dal comune è gia' "TOLLERATO".....in toto

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    14. Assolutamente, secondo me è proprio così. Vogliamo davvero aprire il capitolo delle tolleranze in zona sismica? Perché se ci si trova, come nel mio caso, in zona 2B (che comprende mezza Roma), e si rileva una difformità anche minima – ma che interessa un elemento strutturale, come un pilastro o una trave – sembra che sia necessario produrre documentazione tecnica idonea a dimostrare che tale scostamento non incide sulla sicurezza strutturale dell’edificio. Il tutto passando addirittura per un parere della Regione. In pratica, si arriva a mettere in discussione collaudi statici, agibilità e autorizzazioni già rilasciate, solo perché io, tecnico incaricato di progettare lo spostamento di una semplice porta interna, dovrei asseverare – sulla base di non si capisce bene quale documentazione strutturale – che quella difformità abbia o meno rilevanza statica, magari dopo il parere del Genio Civile… o peggio ancora, a seguito di un loro silenzio-assenso. Ma ci rendiamo conto dell’entità di questa follia?

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    15. @P il capitolo "tolleranze" per interventi soggetti a cila non doveva essere proprio inserito, anche perchè nel 99% dei casi hanno rilevanza statica, mentre gli interventi soggetti a cila le strutture non le toccano......questi per "semplificare" complicano.....sulla nostra pelle pero'

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  2. Mi spieghi perche' devo dichiarare questo: Il progettista, in qualità di persona esercente un servizio di pubblica necessità ai sensi degli artt.359 e 481 del Codice Penale, esperiti
    i necessari accertamenti di carattere urbanistico, edilizio, statico, igienico ed a seguito del sopralluogo,
    ASSEVERA
    che l’intervento, compiutamente descritto negli elaborati progettuali, è conforme agli strumenti urbanistici approvati e ai regolamenti
    edilizi vigenti, nonché che è compatibile con la normativa in materia sismica e con quella sul rendimento energetico nell'edilizia e che
    non vi è interessamento delle parti strutturali dell'edificio.
    perche' dobbiamo avere sempre piu' responsabilità (mai pagate), non era questo lo spirito della legge, ma gli ordini non dicono nulla???? dobbiamo asseverare la legittimità della preesistenza sotto il profilo statico, urbanistico, ecc......una volta si diceva ma che cio' scritto "Jo condor"?????

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    1. questo veniva asseverato anche prima: la nostra responsabilità e ruolo è depositare progetti che siano non in contrasto con le leggi urbanistiche, con i regolamenti e con gli strumenti urbanistici

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    2. ...è il contesto in cui la asseverazione si inserisce....molto piu' ampia del mancato contrasto con le leggi urbanistiche, regolamenti e strumenti urbanistici.....trattando di tolleranze per asseverare devi necessariamente visionare il progetto dell'edificio.....come rimpiango l'art. 26

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    3. @simoneago la "visione" del progetto dell'edificio è parte dell'accertamento di stato legittimo che si fà da sempre.

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    4. @archspf hai mai trovato un progetto "conforme"???

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  3. Si è sempre detto che la CILA non è un titolo abilitativo....la mia responsabilità, in qualità di tecnico è sul rispetto di leggi e regolamenti dell'intervento (99% opere interne), perche' devo avere responsabilità penali sulla preesistenza???....con tutte le costruzioni al 100% realizzate in difformità dal progetto da parte dei costruttori????

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    1. in verità secondo me lo è: non è un caso che l'art. 6-bis è collocato nel titolo II del TUE che è rubricato "titoli abilitativi". anche recentissima giurisprudenza ne sta aumentando la "virtù": vedi uno dei miei ultimi post. Che la preesistenza debba essere verificata anche in una CILA io ne sono convinto da tempi non sospetti.

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Grazie per il commento. verifica di essere "nell'argomento" giusto: ho scritto diversi post su vari argomenti, prima di commentare controlla che il quesito non sia più idoneo ad altri post; puoi verificare i miei post cliccando in alto nel link "indice dei post". I commenti inseriti nella pagina "chi sono - contatti" non riesco più a leggerli, quindi dovrete scrivere altrove: cercate il post con l'argomento più simile. In genere cerco di rispondere a tutti nel modo più esaustivo possibile, tuttavia potrei non rispondere, o farlo sbrigativamente, se l'argomento è stato già trattato in altri commenti o nel post stesso. Sono gradite critiche e più di ogni altro i confronti e le correzioni di eventuali errori a concetti o procedure indicate nel post. Se hai un quesito delicato o se non riesci a pubblicare, puoi scrivermi in privato agli indirizzi che trovi nella pagina "chi sono - contatti". Sul blog non posso (e non mi sembra giusto) pubblicare le mie tariffe professionali: scrivimi un email per un preventivo senza impegno. Pubblicando il tuo commento implicitamente mi autorizzi, laddove lo dovessi considerare assieme alla mia risposta meritevole di condivisione, a condividerlo nella mia mailing list (in forma anonima, naturalmente). Grazie.