mercoledì 4 novembre 2015

sostituzione infissi in centro storico, ed opere similari

Un post di ripasso di argomenti già trattati in passato su questo stesso blog: quali procedure attuare nel caso in cui si debbano apportare modeste modifiche ad elementi esistenti che hanno rilevanza esterna su immobili siti all'interno del centro storico di Roma (il confine coincide con le mura aureliane: il perimetro esatto è individuabile sul PTPR della Regione Lazio), tenendo ben presente il vincolo monumentale?
Tutto il territorio del centro storico di Roma è vincolato dal Piano Territoriale Paesistico Regionale (adottato ma non ancora approvato) ai sensi dell'art. 136 c. 1 lett. c del testo unico dei beni culturali ed in virtù della dichiarazione di notevole interesse da parte dell'UNESCO. Il vincolo tutela tutte le superfici esterne degli edifici, comprese le facciate "interne" (non solo le facciate verso spazi privati, ma anche le facciate su chiostrine interne o pozzi di luce), i tetti ed i lastrici solari. Esclude gli interni degli edifici, ma, come vedremo, il vincolo riguarda gli infissi esterni.


Qualunque modifica di queste superfici deve essere autorizzata dalla sovrintendenza, oltre che dal Municipio secondo la specifica procedura urbanistica. Ciò è indicato nelle Norme Tecniche di Attuazione del Piano Regolatore attualmente in vigore, in particolare all'art. 24, commi 19, 20, 21. Detti commi sono stati elaborati assieme alla stessa Soprintendenza con la quale il Comune, nel 2009, ha sottoscritto un protocollo d'intesa che è alla base di quanto qui trattato.

La procedura pertanto prevede che, in caso di opere dalla manutenzione straordinaria in sù (cioè praticamente tutto tranne la manutenzione ordinaria) è soggetto al preventivo parere della soprintendenza statale. Soltanto dopo aver ottenuto il parere è possibile depositare la SCIA (o altro titolo richiesto) al Municipio competente. Come vedremo, la procedura va seguita anche per interventi apparentemente banali, e qui cominciamo la trattazione dell'argomento da titolo.

SOSTITUZIONE DI INFISSI ESISTENTI CON ALTRI IDENTICI AGLI ORIGINALI

Nell'area vincolata, ammesso che si stia intervenendo su un immobile NON specificatamente vincolato (cioè privo di vincolo puntuale imposto da decreto ministeriale) è possibile effettuare le sole opere di manutenzione ordinaria senza chiedere alcuna autorizzazione (n.b.: alcuni tecnici di sovrintendenza non sono dello stesso avviso). Tra queste, rientrano la sostituzione degli infissi esistenti con altri identici in quanto a dimensioni, forme, partizioni, colori, eventuali essenze legnose a vista (comprese eventuali pitturazioni del legno naturale che lo lascia parzialmente a vista), eventuali decori. Questo vale sia per gli infissi propriamente esterni, come gli scuri o le tapparelle, sia l'infisso più interno, inteso come finestra vera e propria. Stesso discorso per ogni eventuale elemento estetico correlato, tipo soglie, parapetti, etc. 

Non c'è bisogno di alcuna autorizzazione edilizia in questo caso, nè altre procedure autorizzative, ma può essere consigliata la CIL. In ogni caso, per evitare contestazioni future, è bene rilevare fotograficamente gli elementi che si vanno a sostituire, al fine di dimostrare successivamente che si è effettuata una opera di effettiva sostituzione con identiche forme e colori.

Tutto ciò vale finché interveniamo su elementi direttamente correlati alla singola unità abitativa; infatti, l'art. 24 comma 21 delle NTA del PRG specificano che, limitatamente alla città storica tessuti T1, T2, T3, T10 (cioè larga parte del centro storico più antico), qualora gli interventi riguardino elementi condominiali (dunque la facciata, le modanature ed i marcapiano, ma, formalmente, anche il portone di ingresso all'edificio) anche per opere di manutenzione ordinaria occorra la procedura autorizzativa, e le opere in tal caso sono comunque soggette a SCIA edilizia (sulle NTA c'è scritto DIA perché all'epoca non esisteva ancora la SCIA, che ne ha acquisito alcune competenze, tra cui questa). Sul già citato protocollo d'intesa trovate una frase più generica.

SOSTITUZIONE DI INFISSI ESISTENTI CON ALTRI DIVERSI DAGLI ORIGINALI

In questo caso, l'intervento rientra sempre nella definizione di manutenzione straordinaria o anche risanamento conservativo (più esattamente) e dunque è sempre necessario acquisire il parere della soprintendenza statale, la quale può anche rigettare l'istanza, soprattutto se il progetto proposto va in contrasto con i principi di tutela del fabbricato e del suo aspetto estetico. La soprintendenza non ha delle procedure prestabilite a cui fare riferimento nei vari casi, e quindi agisce sostanzialmente con una buona dose di discrezionalità, sempre prioritariamente nell'ottica della tutela e del mantenimento dello status quo.

Tale fattispecie di intervento è da estendersi anche a tutte le altre modeste modifiche di rilevanza esterna, anche minime, che possono essere correlate ad un intervento edilizio di ristrutturazione e cioè: creazione di fori in facciata, per esempio per l'esalazione di cucine, caldaie, aria forzata di bagni ciechi, condizionatori privi di macchina esterna; installazione di macchinari esterni, come per esempio caldaie o condizionatori; modifica di parapetti esistenti; modifica della pavimentazione di lastrici solari o pavimenti di balconi con altri diversi dagli originali; modifica della coloritura delle facciate, anche di quelle interne e concluse. In linea generale, occorre considerare che l'alterazione delle facciate in centro storico deve essere giustificata e, come già detto, può essere rigettata se considerata incompatibile: per esperienza diretta, interventi come l'installazione di qualunque tipo di macchinario esterno ma anche solo la realizzazione di fori, è sempre rigettata perché ritenuta non compatibile.

SE IL VINCOLO E'PAESAGGISTICO ESTERNO AL CENTRO STORICO

Roma non è soggetta solo al vincolo paesaggistico del centro storico (disciplinati dall'art. 136 comma 1 lett. c del testo unico dei beni culturali), che è un vincolo un po sui generis, ma anche a quelli di tipo paesaggistico in senso lato. In questi tipi di vincolo, sempre individuabili nel già linkato PTPR, che possono apparire meno "forti" di quello dei centri storici, la procedura autorizzativa ed i concetti vincolistici sono invece del tutto simili, salvo il fatto che la procedura è leggermente diversa: la domanda in tali casi si fa alla Regione (o al Comune direttamente, se ha la sub-delega), la quale trasmette gli atti alla Soprintendenza che, in questi casi specifici, va in silenzio-assenso dopo 45 giorni. Trascorso tale periodo senza risposta da parte della Soprintendenza, si rivolgere la medesima domanda al COQUE (cosa che si può evitare se invece la Soprintendenza dovesse rispondere nei termini), il quale ha ulteriori 45 giorni di silenzio-assenso (salvo il fatto che al momento - novembre 2015 - il Comitato non è ancora stato nominato, e quindi si deve presentare la domanda senza attendere alcuna risposta nè attendere i 45 giorni per ritenere acquisito il parere). Una volta effettuati questi passaggi, l'ufficio regionale (o comunale) trasmette all'interessato il parere. 

In questi casi è più probabile che possano venire accettate delle modifiche esterne che in centro storico sono quasi del tutto proibite, come per esempio l'installazione dei condizionatori o delle caldaie esterne; tuttavia la procedura autorizzativa va sempre seguita nella sua interezza e il non percorrerla significa andare incontro alla possibilità di pesanti sanzioni sia in termini economici che penali. Valutate che diverse zone urbanizzate di Roma, spesso insospettabili, sono sottoposte a tale tipo di vincolo.

SE BISOGNA SANARE OPERE EFFETTUATE ABUSIVAMENTE

In caso di sanatoria, la situazione si complica, perché la presenza del vincolo diventa un elemento discriminante e "pesante" all'interno dell'intera procedura. La legge principalmente impone il ripristino dello stato dei luoghi, laddove possibile, ma parallelamente è anche possibile chiedere l'accertamento di conformità paesaggistica ai sensi dell'art. 167 del testo unico dei beni culturali. Difficilmente - per non dire mai - la Soprintendenza concede l'accertamento in centro storico; mentre invece si è possibilisti nei vincoli paesaggistici esterni al centro storico, soprattutto se in paesaggi urbanizzati, sempre ammesso che non riguardi un ampliamento di volume. Dell'applicazione dell'art. 167 è sempre competente la Regione, perché il Comune non ha la sub-delega in questo caso.

Considerate che un opera abusiva è anche il trovarsi a che fare con un infisso magari modificato negli anni passati senza alcuna autorizzazione o comunque dopo l'entrata in vigore del vincolo.



Questo post tratta argomenti già discussi in questo blog: qualora ravvisaste informazioni precedenti e contrastanti con quanto detto in questo post, sengalatemelo perché potrebbero essere informazioni superate. In ogni caso, fate riferimento a quanto detto in questo post.

Questo post, che non è istituzionale e non vuole esserlo, mette a disposizione della collettività le informazioni raccolte in ambito professionale dall'autore, il quale comunque declina ogni responsabilità qualora le informazioni contenute non dovessero risultare veritiere. Rivolgetevi sempre al vostro tecnico di fiducia il quale si dovrà assumere la responsabilità in relazione all'incarico che vorrete conferirgli per agire in tali contesti.

63 commenti:

  1. buona sera Marco,
    in data odierna presso la Sovrintendenza Capitolina mi è stato prospettato che con alte probabilità la sostituzione del portone d'ingresso nell'ambito di una RE pesante + cambio d'uso 3 (tra categorie differenti: da commercio ad abitazione) dovrà essere oggetto di richiesta di parere anche presso la SBAP e la soprintendenza archeologica. questo perchè l'immobile, seppur esterno alla zona UNESCO, ricade pienamente all'interno della fascia di rispetto delle Mura Aureliane 50 metri. considera che la sostituzione del portone sarebbe l'unico intervento esterno sulla facciata lato Mura (esclusa la pulizia delle presenti scritte vandaliche nella porzione di facciata che interessa l'ingresso in questione). in attesa di chiedere conferme presso i suddetti uffici (più tutta la questione fattibilità edilizia presso il municipio) vorrei sapere te come la vedi sul tema di tutti questi ipotetici nulla osta solo per un cambio di portone d'ingresso.

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    1. il parere sbap può in effetti essere necessario, perché i monumenti appunto hanno una fascia di rispetto all'interno della quale c'è comunque un vincolo; ma sull'archeologica non saprei proprio perché, se non ci sono escavazioni.

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    2. vedrò di parlare con chi di dovere. in più c'è anche la questione del disegno del nuovo portone rispetto all'attuale. alla Sovr. Capitolina mi hanno fatto intendere che sarebbero favorevoli anche ad un disegno diverso dall'attuale. sarà da vedere cosa ne pensano alla SBAP, l'unico fatto sicuro fino ad oggi è che per un'ipotetica abitazione la saracinesca da negozio va rimossa. magari anche solo questo intervento potrebbe rendere molto suscettibile la SBAP, staremo a vedere, intanto grazie;)

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  2. Grazie per il tuo post, ha stato molto utile. Purtroppo, dopo avere letto diverse articolo sono un po' confusa.
    Mi hanno chiesto se si può sostituire gli infissi di legno di una villa, per i nuovi di alluminio. La situazione è questa. L'edile è situato al Parioli. L'immobili è vincolato, è stato dichiarato bene di notevole interesse pubblico, appartene a l'art.136 lettera b). Secondo questo, non si possono effettuare modifiche che rechino pregiudizio ai valori paesaggistici, anzi gli infissi devono essere gli stessi, includendo il materiale.
    Si suppone che la sostituzione degli infissi è una manutenzione straordinaria che no bisogna di autorizzazione. C'e alcun modo di assicurarsi se si bisogna d'un permesso per fare le opere edile?

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    1. se è tutelato, il bene rientra nella sfera di competenza del 42/04 secondo cui OGNI MODIFICA, anche di sola manutenzione ordinaria, che si progetta su un immobile deve essere sottoposta al benestare preventivo della sovrintendenza. Agire senza il benestare è un reato penale. Se non fosse stato tutelato, sarebbe stato fattibile senza autorizzazione solo se si installavano infissi identici agli originali in quanto a forme, colori, materiali e partizioni.

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  3. Buonasera architetto, complimenti per il suo blog e l'accuratezza con la quale espone in modo semplice argomenti non così chiari, a volte neanche per gli organi competenti.
    Vorrei chiedere in caso di sostituzione di finestre di un intero fabbricato sito all'interno delle mura Aureliane sono mutate le condizioni autorizzative anche e soprattutto in considerazione del nuovo decreto Madia, che elimina a tutti gli effetti la CIL.

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    1. nel protocollo d'intesa SBAP-Comune redatto qualche anno fa e di cui si trova copia sul sito del dipartimento PAU è chiaramente indicato che se si sostituiscono infissi con altri identici agli originali non c'è bisogno di chiedere il parere. Viceversa, modificandone le caratteristiche, è obbligatorio il parere e si va comunque in SCIA, che è il titolo competente per gli interventi a qualunque livello in centro storico. ovviamente il discorso cambia se l'immobile è oggetto di vincolo puntuale.

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    3. Ringrazio innanzitutto per la puntuale e repentina risposta. Qualora ci trovassimo fuori dalle mura Aureliane? Grazie

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    4. la sostituzione con elementi identici è sempre attività libera; con variazione di caratteristiche (colore e/o partitura) è soggetta a SCIA e se c'è vincolo paesaggistico occorre valutare se serve il parere.

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  5. Salve e complimenti per il tuo blog.
    Zona via del Corso Roma
    Sostituzione persiane esterne alla romana in legno con infissi in alluminio di uguale partiture, forme e colori (RAL) è necessaria, quindi obbligatoria, SCIA e parere Soprintendenza statale e successiva SCIA?
    Grazie

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    1. a mio parere sì, perché il cambio di materiale rientra tra le opere soggette ad autorizzazione. andando a chiedere tuttavia si potrebbero trovare parerei differenti.

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    2. Grazie per la tempestiva risposta.
      Chiedere intendi in Soprintendenza ovviamente?

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  6. Ciao e complimenti per il blog!Città storica patrimonio dell'unesco.Il mio cliente vorrebbe sostituire le finestre cambiando materiale e (aimè) la partizione interna (ad anta unica anziché a 2 ante come le attuali).Credi che possano accettare una cosa del genere?
    Grazie

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    1. in genere l'unificazione delle ante non è ben vista in soprintendenza, ma può essere una situazione particolare in cui potrebbero concedere il nulla-osta. conviene confrontarsi direttamente col tecnico di zona.

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  7. Buonasera gentile architetto,

    zona Testaccio. Le facciate interne ed esterne dello stabile sono piene di abusi (es. infissi di colori diversi, con partizioni variegate, elementi esterni condizionatori, fori scarico scaldabagno, tubi appesi). Vorrei richiedere il parere Soprintendenza statale per installare condizionatori "Unico". Non è che in questo modo, con la documentazione fotografica della facciata che allego, denuncio anche praticamente tutti i condomini? Non vorrei mettermi tutti contro, visto che sono reati penali.
    Inoltre, siccome vorrei cambiare gli infissi e le persiane montandone di identici ma di materiale diverso (alluminio invece del legno), ho deciso di non chiedere il parere alla Soprintendenza. Non è che gli eventuali controlli e sanzioni che partirebbero andrebbero a colpire pure i miei infissi e persiane?
    Se non dovessi presentare alcuna richiesta alla Soprintendenza, cosa rischierei? E' un reato penale forare la facciata per gli "Unico" e sostituire gli infissi con altri identici senza autorizzazioni?
    Grazie e un saluto,
    GP

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    1. Il parere va chiesto anche per le persiane. Per gli altri abusi presenti, sentita prima il tecnico.

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  8. Gentile architetto Campagna provo a riscrivere un commento perchè non ho capito se è stato o meno pubblicato.
    Sono una collega e vorrei chiederle quale SCIA dovrò presentare per la ristrutturazione di un immobile in Trastevere (entro Mura Aureliane) perchè oltre alle modifiche distributive andrei a modificare una porta finestra in finestra per realizzare nell'imbotte, al di sotto della futura finestra, un vano tecnico dove mettere macchina esterna del cdz. Immobile non è vincolato e d'accordo con arch di zona della Soprintendenza statale, ho presentato richiesta di parere consultivo per poterlo realizzare. Ora il dubbio nasce sul tipo di SCIA perchè il tecnico del 1 municipio della mia zona mi avrebbe indicato : INTERVENTI DI RISTRUTTURAZIONE EDILIZIA LEGGERA ART 3 COMMA 1 LETTERA D DPR 380/01 (ma si legge anche: ad esclusione c) gli interventi di ristrutturazione edilizia che portino ad un organismo edilizio in tutto o in parte diverso dal precedente e che comportino aumento di unità immobiliari, modifiche del volume, della sagoma, dei prospetti o delle superfici, ovvero che, limitatamente agli immobili compresi nelle zone omogenee A, comportino mutamenti della destinazione d’uso.) Un altro tecnico del 1 municipio, ma non della mia zona, mi ha detto invece SCIA IN ALTERNATIVA AL PERMESSO A COSTRUIRE. Lei cosa mi consiglia?
    Pensavo diseguire le indicazioni del primo tecnico, quello di zona, ma non so cosa potrei rischiare nei 30 gg in cui loro possono esprimersi in proposito. Il dubbio resta per l'intepretazione di cosa si intende per modifica dei prospetti o meglio se la modifica di un infisso, senza modifica nè della ringiera che ha davanti attaccata (perchè da queste porte non si accede ad alcun balcone) nè delle persiane (che dovrebbero essere considerate l'elemento ultimo dell'infisso e quindi elemento di prospetto che non toccherei) rientra nei casi di modifica. La ringrazio per l'attenzione che vorrà dare alla mia richiesta ma soprattutto per la professionalità con cui da tempo elargisce suggerimenti ed esperienza di fondamentale aiuto a noi tecnici che ci troviamo continuamente a dover affrontare mille e più problematiche all'interno di una città un po' complessa. Cordiali saluti

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    1. è RE leggera perché non vi è coinvolgimento di parti strutturali, ma proceduralmente rimane a mio parere una SCIA alternativa al Permesso di Costruire.

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    2. Il motivo resta la modifica dell’infisso? Cosa si rischia seguendo una procedura forse errata (scia anziché scia alternativa)? Entro i 30 gg il municipio mi potrebbe sospendere i lavori richiedendo inoltro di altra pratica ? Ci sarebbero anche delle penali? Con la nuova pratica (scia alternativa) dovrebbero passare 30 gg per ricominciare? Avendo appena ricevuto il parere favorevole dalla soprintendenza potremmo iniziare con scia per RE (visto che mi è stata indicata dal responsabile) ma non mi è chiaro cosa rischierei. Grazie mille

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    3. il motivo è la variazione del vano murario della finestra, se ho ben capito l'intervento che intendete fare. depositare un titolo sbagliato equivale a non aver presentato alcun titolo. la ristrutturazione edilizia abusiva è un reato penale. la scia alternativa ha ancora i trenta giorni di silenzio-assenso. comunque scusa, rileggendo l'allegato A al d.lgs. 222/16 leggo che la variazione di prospetti è RE pesante e non RE leggera, dunque essendo RE pesante va in scia alternativa secondo il medesimo documento.

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  9. Buongiorno Arch,
    dovendo intervenire con opere sia interne (modifiche di tramezzi) che esterne (nello specifico, sostituzione di infissi esterni con nuovi infissi di diversi disegno e finitura) su un edificio al Rione Colonna, quindi nel patrimonio Unesco ma non individuato nella carta per la qualità G1b. Basta solo la domanda alla SBAP , giusto?

    grazie per la sua disponibilità

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    1. sì, e sarebbe bastato comunque, anche se fosse stato anche in carta per la qualità, perché il vincolo statale prevale sempre; o meglio, la sovrintendenza capitolina non ha potere di andarvi in contrasto.

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  10. Buongiorno, vorrei intervenire per puntualizzare sull'argomento: se ho capito bene se invece mi trovo in carta della qualità G1b e devo fare modifiche interne e cambio di infissi (solo materiale) posso fare tutto con una SCIA previo parere della SBAP giusto? grazie in anticipo per la pazienza e la disponibilità

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    1. il cambio di infissi, senza modifica del vano murario, attualmente è competenza della CILA, così come le opere interne. il parere serve ma è della sovrintendenza capitolina e non quella statale, se si è al di fuori della zona unesco. nella zona unesco invece serve il parere consultivo sbap ma solo per le finestre, non per le opere interne.

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    2. Grazie mille! Sono nella zona Unesco quindi sintetizzando CILA e parere consultivo SBAP per la sostituzione degli infissi e parere sovrintendenza capitolina per le opere interne.

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    3. si in quanto bene in g1b, disapplicandosi il vincolo unesco, si applica quello della capitolina: quindi prima si acquisisce il parere per le finestre alla SBAP, poi si presenta la CILA sul SUET con contestuale richiesta alla capitolina per l'interno, allegando il parere sbap.

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  11. Buongiorno Marco,
    vorrei chiedere il tuo parere riguardo un intervento da effettuare.
    ci troviamo in centro storico - no carta per la qualità - ma dentro patrimonio dell'unesco. L'u.i. è un negozio a piano terra, attualmente ha esternamente 2 vetrine laterali all'ingresso mai autorizzate e un ingresso centrale con saracinesca e una porta di ferro con vetrina arretrata nella parte interna del negozio(quest'ultima a mio parere non autorizzata), la pianta catastale del 39 porta tutto il pacchetto di ingresso a filo muro esterno. La persona che sta prendendo in affitto il locale vorrebbe fare dei lavori di modifica della porta interna: il progetto sarebbe o togliere saracinesca e vecchia porta interna e sostituirla con una porta e vetrina(totalmente differente)di sicurezza a filo muro o (se burocraticamente più semplice) lasciare la saracinesca e mettere una porta con vetrina (non più con caratteristiche di sicurezza)subito dietro la saracinesca ripristinando in qualche modo la situazione come da catastale del 1939..e per ora ignorare le vetrine (non utilizzandole) che prima o poi dovranno essere sanate dalla proprietà. Sotto il punto di vista dei permessi (municipio e sopraintendenza statale) che ne pensi?

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    1. anzitutto occorre accertarsi che le difformità siano veramente tali: in passato le autorizzazioni per le vetrine venivano effettivamente richieste e rilasciate. Per il resto, è difficile fare valutazioni senza vedere la situazione carte alla mano.

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    2. Grazie,la presenza dell'autorizzazione va sempre ricercata o in municipio o all'archivio del Pau immagino.sto andando ora in sovraintendenza, daro aggiornamenti!

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  12. Da oggi per avere appuntamento in sopraintendenza bisogna fare la prenotazione a questo sito http://urp.soprintendenzaspecialeroma.it/mappa che sfortuna..torno mercoledì prossimo

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  13. buongiorno, ho inoltrato una cila per opere interne per intervento in appartamento sito in efidicio incluso in centro storico e carta qualità g1b. in corso d'opera si è deciso di sostituire solo alcuni infissi con forma, dimensioni, colori e materiali uguali ai precedenti.domanda1: devo chiedre il parere della soprintendenza statale visto che l'intervento si configura comunque come manitenzione ordianaria? domanda 2: posso /devo comunicare questa nuova lavorazione all'interno della cila già inviata? grazie

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    1. nel protocollo d'intesa comune-sbap del 2009 si citano questi interventi: conviene dare una letta al documento per non sbagliare.

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  14. Buonasera, scusi se le scrivo qui un argomento non del tutto pertinente ma ho bisogno di un consiglio. Un cliente ha affittato di recente un locale commerciale in zona talenti, il locale è condonato a tale uso (oggi ristorante) ma gli infissi non.rispettano la norma vigente (vetro singolo), si può imporre al proprietario di cambiarli anche se nel contratto di affitto non è riportata tale clausola?grazie

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    1. non saprei dire nel caso di specie, comunque in via generale il proprietario è obbligato all'adeguamento solo laddove espressamente previsto dalla normativa.

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  15. Buongiorno Marco,
    le vorrei chiedere un parere su come è più opportuno svolgere, dal punto di vista della procedura edilizia, un incarico di manutenzione straordinaria per opere interne e sostituzione infissi (con diverso materiale) in Città storica, T6, inserito in Carta per la Qualità G1.a - Morfologie degli impianti urbani moderni.
    In Municipio 1 mi dicono di presentare una CILA richiedendo contestualmente anche il parere della Sovrintendenza Capitolina per gli infissi.
    Ho urgenza d'iniziare entro un mese almeno le opere interne, e so che per il parere c'è d'aspettare 60 gg.
    Come mi consiglia di procedere:
    1) faccio come dice il Municipio, ma avrò già un protocollo per cominciare almeno le opere interne, o rimane tutto bloccato fino all'ottenimento del parere d'ufficio ?
    2) Consegno intanto una CILA per le sole opere interne per iniziare i lavori, faccio contemporaneamente richiesta cartacea alla Sovrintendenza e ottenuto il parere deposito Nuova Cila oppure ancora meglio una SCIA?
    In fondo se i miei clienti avessero deciso di sostituire gli infissi in corso d'opera, ci sarà pur un modo per regolarizzare.
    La ringrazio infinitamente se vorrà rispondere alla mia domanda e anche per tutto l'aiuto che mi ha dato nel tempo con il suo blog.

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    1. non mi risulta si possa chiedere un parere cartaceo per quello che ad oggi è soggetto a CILA. Io non vedo alternative al fare un unica CILA ed attendere i tempi della valutazione da parte della sovrintendenza, i quali, per le CILA, generalmente, sono più brevi dei 60 giorni indicati. Per altre eventuali strade che loro dovessero ritenere accettabili, conviene chiedere in capitolina direttamente.

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  16. Quindi, nel caso si presentasse il caso di decidere in corso d'opera la sostituzione degli infissi, si dovrebbe presentare Nuova CILA, con richiesta del parere d'ufficio alla Sovrintendenza?
    Nel frattempo la prima CILA viene annullata e perde di validità oppure rimane valida per le opere interne che non necessitano parere? Si può aprire una Nuova CILA per lo stesso immobile senza chiudere la prima e quindi non sospendere i lavori?
    Alla fine potrei aggirare l'ostacolo pagando lo scotto di due reversali, ma potrei iniziare i lavori.
    Grazie Marco

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  17. Gent.mo Marco, mi scuso se la disturbo nuovamente. Ho deciso di seguire il suo consiglio, anche perchè i tempi del lavoro si sono allungati mio malgrado.
    Sto compilando la CILA al SUET con richiesta di parere preventivo d'ufficio per la sostituzione infissi alla Sovrintendenza Capitolina.
    Le ricordo che sono in Città storica T6, Carta per la Qualità G1-a.
    Dovendo effettuare anche opere interne, non so come qualificare l'intervento. La sostituzione infissi con cambio di materiale secondo il quadro riepilogativo del 2012 del Comune di Roma
    era indicata come Risanamento Conservativo, mentre le opere interne come Manutenzione straordinaria. Con il D.lgs 222 del 2016 la cosa non è più così chiara.
    La mia domanda è questa: stante il declassamento per cui posso fare la CILA, posso dichiarare tutto come Manutenzione straordinaria? Il sistema non accetta entrambe le spunte, MS e RC leggero, le considera incoerenti. Spero di essere stata chiara.
    Grazie Marco

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    1. io ritengo sia preferibile indicare sempre il tipo di intervento con "forza" maggiore, il quale certamente ricomprende quelli di rango inferiore. dunque indicherei RC, ma è una scelta che spetta al tecnico e al committente.

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  18. Marco buonasera e grazie per i tuoi preziosi contributi: spero tu possa essermi d'aiuto. Edificio censito in "morfologie degli impianti urbani" della carta della qualità. Zona prati fuori centro storico zona A dm.1444. nessun altro tipo di vincolo. Un impianto FV su lastrico solare da DM del 2 marzo 2018 dovrebbe essere edilizia libera. Oppure ci vuole nulla osta carta qualità anche se impianto con pannelli inclinati è interno alla sagoma ovvero non fuoriesce dalla proiezione del cordolo del lastrico solare alto ca 20 cm? O cmq, in ogni caso è necessario NO propedeutico alla CILA?

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    1. secondo me serve il parere della sovrintendenza, perché la manutenzione ordinaria su superfici esterne non è mai indicata come esclusa. su questi interventi (fotovoltaico) esiste una circolare relativamente recente (2018 o 2019) che trovi sempre in questo blog e che detta le linee di indirizzo per la compatibilità.

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  19. ti ringrazio per la delucidazione. Un caro saluto e a presto

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  20. Buonasera Marco, mi può ricordare i riferimenti normativi per i quali se modifico un infisso per partitura devo andare in SCIA? Perchè si tratta di modifica di prospetto e quindi Ristrutturazione Edilizia e quindi SCIA? Sono all'interno delle mura aureliane ma non in carta qualità e senza vincolo diretto.
    Grazie molte per la disponibilità

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    1. la modifica delle caratteristiche degli infissi rispetto agli originali è generalmente classificato risanamento conservativo quindi attualmente andrebbe in CILA. nella zona UNESCO andrebbe chiesto il parere alla SSABAP per questo tipo di opere.

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  21. Buonasera Marco, mi può chiarire se devo andare in SCIA o in CILA se modifico una finestra vetrata a doppia anta in serramento griglia ad alette, con le stesse finiture e colore del serramento, per aerazione macchine condizionamento poste internamente all'immobile? siamo su facciata di cortile interno. Si tratta di modifica di prospetto e quindi Ristrutturazione Edilizia e quindi SCIA? oppure risanamento conservativo quindi CILA? Sono all'interno delle mura aureliane ma non in carta qualità e senza vincolo diretto.
    La ringrazio in anticipo per la disponibilità.
    Cordiali saluti
    Chiara

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    1. in linea di massima - da verificare caso per caso - finché non si modifica il vano architettonico dell'apertura muraria in cui è posta la finestra, difficilmente si sconfina nella ristrutturazione edilizia.

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  22. Gentile Arch.,
    secondo lei è possibile modificare le partizioni di alcune finestre (da doppia anta a singola) su una parte di immobile in attesa di condono? Chiaramente chiedendo il relativo parere, si tratta di un immobile in zona unesco senza vincolo puntuale.

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    1. essendo opere soggette a titolo edilizio, una vecchia circolare chiederebbe di allegare un atto d'obbligo per la rinuncia al plusvalore, ma alcuni municipi ritengono questa procedura non più necessaria. in linea di massima, sconsiglio di operare su un immobile prima del rilascio della concessione, soprattutto se le opere sono concentrate proprio sulla porzione condonata.

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  23. Buongiorno Marco,
    dovrei sostituire degli infissi esistenti in legno con altri in pvc (con il medesimo colore dell'originario) e soprattutto diversa ripartizione degli stessi. Presenterò a breve una cila. Volevo chiederti se l'appartamento, situato fuori dalle Mura Aureliane, in zona non vincolata e non rientrante in carta per la qualità, ha necessità comunque di un qualche parere preventivo. Secondo te come è opportuno procedere? Presento la cila semplicemente o devo svolgere comunque una qualche procedura per avere prima un parere preventivo (es. CoQuE) e poi presento la cila? Scusa se sono ripetitiva ma ho avuto pareri discordanti su tale questione.
    Ti ringrazio.
    Anna

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    1. secondo me, anzi secondo il PRG, il coque deve essere interpellato, in città storica, solo per opere riconducibili alla ristrutturazione edilizia o superiori in termini di invasività, e dunque non vi rientreresti. eviterei comunque di introdurre elementi innovativi riguardo all'estetica compositiva dell'edificio.

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    2. Grazie Marco,
      sempre gentilissimo e chiaro ed esaustivo nelle risposte.

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  24. buongiorno, devo sostituire gli inifssi con dei nuovi aventi caratteristiche identiche agli originali. Mi trovo in edilizia libera anche se l' immobile in questione è in carta qualità giusto?

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    1. la presenza di carta per la qualità non cambia la natura dell'intervento edilizio. sugli infissi mi sembra di ricordare che la circolare del 2017 della sovrintendenza ha dato indicazioni dirette.

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  25. Gentile Architetto, mi sto occupando della manutenzione straordinaria interna di un'unità immobiliare ricadente nel municipio 8, L'intero isolato è classificato T5 e presente nella carta Per la Qualità G1_b "Complessi di edifici di rilevante interesse architettonico o urbano". I proprietari vorrebbero sostituire i serramenti esterni e devo chiedere il parere preventivo alla sovrintendenza. Il problema sorge poichè i proprietari sostituirono i serramenti esterni nel 1993 senza richiedere alcuna autorizzazione, e non hanno modo per dimostrare la data dell'intervento. Mi sa dire che tipo di autorizzazioni andassero chieste all'epoca? Ci troviamo di fronte a un abuso e quindi è necessario operare in SCIA in sanatoria?

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    1. la carta per la qualità è uno strumento gestionale del PRG del 2003, divenuta operativa nel 2008. suggerisco di dimostrare in qualche modo, anche con delle foto, che gli infissi preesistono a questa data. il che non significa che siano automaticamente da considerare legittimi, ma almeno non soggetti a parere consultivo della capitolina.

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  26. BUONASERA SONO UN COLLEGA DEVO PRESENTARE UNA SCIA IN ALTERNATIVA AL PERMESSO DI COSTRUIRE PER UN CAMBIO DI DESTINAZIONE D'USO DA ARTIGIANALE A RESIDENZIALE IN CITTA' STORICA SITO UNESCO... AVENDO DI RECENTE PRESENTATO UNA CILA PER UNA MANUTENZIONE STRAORDINARIA INTERNA DEL LOCALE E DATO IL FINE LAVORI MI TROVO NELLA SITUAZIONE DI UN CAMBIO DI DESTINAZIONE SENZA OPERE SERVE RICHIEDERE IL PARERE CONSULTIVO ALLA SOPRINTENDENZA? GRAZIE PER LA COLLABORAZIONE

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    1. il parere della soprintendenza, secondo il protocollo d'intesa del 2009 ed in assenza di altri regimi di tutela, occorre solo per le opere di rilevanza esterna.

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    2. INVECE IL CAMBIO DI DESTINAZIONE D'USO è FATTIBILE SENZA OPERE? GRAZIE ANCORA PER LA SUA COLLABORAZIONE

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    3. Nel protocollo d'intesa è specificato genericamente opere interne

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