mercoledì 8 agosto 2012

contabilizzazione del calore obbligatoria nel Lazio

Prima o poi mi deciderò a scrivere dei post che riguardano un altro grande argomento di diatriba nel nostro paese, ovvero quello che concerne i rapporti tra privati in condominio (una materia immensa): un primo step vorrei farlo con questo post, in cui desidero parlare di un qualcosa che quasi nessuno sa (amministratori condominiali compresi): il 31 dicembre 2011* era la data ultima utile entro la quale TUTTI gli impianti di riscaldamento condominiali privati esistenti (vecchi, nuovi, antichi, a gas, a metano, a carbone...qualunque) avrebbero dovuto essere dotati di contabilizzazione del calore. Il mio condominio - e immagino che non sia il solo - non ha assolto a questo obbligo (con mio grande rammarico) per le "solite" questioni venali, ma se c'è l'obbligo normativo c'è poco da essere taccagni.

* la data è stata prorogata al 31 dicembre 2015 dal comma 41 art. 17 della L.R.L. n°9/2010 pertanto le considerazioni contenute in questo post in parte perdono di validità [paragrafo inserito in data 15 gennaio 2013]

[se non volete leggere tutta la mia premessa, in fondo al post trovate i riferimenti normativi]

anzitutto, cerchiamo di capire cos'è la contabilizzazione del calore, e come funziona. Tutti noi sappiamo come funziona un impianto di riscaldamento a radiatori: c'è una caldaia, che sostanzialmente è un bruciatore di gas (o altri combustibili), che riscalda un fluido (nel 99% dei casi acqua) che viene immesso da una pompa all'interno di un circuito di tubazioni; le tubazioni finiscono dentro a dei radiatori, che sono degli elementi tubolari cavi che, scaldandosi con l'acqua della caldaia, cedono calore all'ambiente in cui sono inseriti. Ovviamente anche le tubazioni stesse nel tragitto dalla caldaiaia ai termosifoni dell'impianto cedono calore, ma dato che i radiatori hanno maggiore superficie disperdente rispetto ad un tubo, il maggior apporto di calore viene dato all'interno dell'appartamento. Nell'appartamento il calore viene assorbito tanto più velocemente quanto questo disperde verso l'esterno: per questo se apiramo in inverno una finestra in un ambiente il termosifone di quell'ambiente, se acceso, "riscalderà" di più perché scenderà la temperatura per via della finestra aperta. Tuttavia anche con la finestra chiusa le dispersioni ci sono, eccome! in particolare nei vecchi edifici privi spesso dei più banali accorgimenti per il risparmio energetico: senza mettermi qui a fare una lezione di fisica tecnica (non ne sarei in grado), considerate la differenza che c'è tra un infisso in legno ed uno in metallo senza taglio termico: se in inverno toccate l'infisso (non il vetro, intendo la struttura) sentirete che l'infisso in metallo è molto freddo, quasi alla temperatura esterna, mentre quello in legno è più caldo: il metallo trasmette molto più calore di quanto non ne trasmetta il legno, e quella trasmissione di calore infuisce sul comportamento energetico dell'ambiente. Ora se metteste la mano sul muro di una casa coibentata e poi sul muro di una non coibentata forse non percepireste la stessa differenza al tatto, ma vi garantisco che il concetto è lo stesso e che una parete non coibentata sa buttare via davvero tanto, tanto, tanto calore.
Ok, fin qui ci siamo. Ma a cosa serve la contabilizzazione? è semplice: negli impianti condominiali il calore viene mandato indifferentemente a tutti i termosifoni di tutto il condominio, senza fare distinzione tra i singoli appartamenti. Ciò significa che se ho il vicino caloroso, che tiene sempre aperte le finestre, il suo appartamento "succherà" maggiore calore dalla caldaia ma, non essendoci nessun sistema per misurare quanto calore viene assorbito in quell'appartamento, io che sono freddoloso pagherò più riscaldamento proprio in virtù del vicino che ha una abitudine diversa dalla mia. Ribaltando il discorso, se io fossi una persona sensibile al risparmio energetico (chi non lo è si faccia un esame di coscienza: l'energia non è solo una questione di soldoni, ma è una questione di economia globale che ci riguarda tutti in quanto umanità: le risorse energetiche sono scarse e in numero limitato, ed il loro consumo incide molto sulla salute del pianeta sia per la produzione che per il consumo; avere cura di usare l'energia in modo intelligente è un dovere di ogni cittadino del mondo) sarei tentato di montare delle finestre ad elevata prestazione termica per consumare di meno, o quantomeno di montare delle valvole termostatiche sui miei radiatori in modo tale da evitare che il termosifone produca più calore di quello che secondo me è un buon livello di temperatura. Se, però, il montare le finestre non incide per nulla su quanto andrò a pagare di riscaldamento condominiale, allora ci penso su due volte prima di spendere cifre consistenti di cui non vedrò mai i benefici: se invece ci fosse un sistema per misurare la quantità di energia che il singolo appartamento consuma allora sarei invogliato a spendere per migliorare la prestazione energetica, perché meno consumo e meno spendo. Se poi aggiungiamo il fatto che gli impianti di vecchia concezione (lo sono tutti quelli fatti prima del 2005, grosso modo) non hanno nessun sistema di regolamentazione del consumo di combustibile, se non con il sistema implicito che se fa poco freddo mi ritorna in caldaia un acqua un po meno fredda e quindi la caldaia consumerà meno gas per riscaldarla nuovamente. In virtù di questi semplici concetti, la Regione Lazio obbliga tutti i condomini a dotarsi di un sistema di contabilizzazione del calore, in modo tale che ciascun condomino paghi il riscaldamento condominiale in base all'effettivo consumo del singolo appartamento.
A questo punto immergiamo la fantasia nell'assemblea condominale: a tutti viene prospettato di dover spendere una certa cifra per fare l'impianto di contabilizzazione, cui si aggiungerà una (piccola) spesa annua per effettuare la raccolta dei dati e calcolare quindi i singoli conti: a chi è freddoloso potrebbe apparire una spesa inutile, perché egli terrà sempre i termosifoni al massimo del calore, e mettiamoci anche il fatto che potrebbe non avere nè la fantasia nè i soldi per sostituire gli infissi. A lui che gli importa di spendere i soldi inutilmente? a prescindere dal discorso sull'etica dell'uso dell'energia, che già da solo basterebbe come giustificante, facciamo capire al freddoloso che anche lui ci risparmierà: magari non quanto risparmierà quello che monterà gli infissi e che imposterà una temperatura morigerata (a proposito: togliamoci dalla testa l'idea di voler avere 24°C dentro casa in inverno, è come pretendere di voler sciare ad agosto; 18°C sono più che sufficienti, hanno inventato i maglioni di lana apposta, e quelli di pile sono fantastici), ma dato che con la contabilizzazione conteranno molto i comportamenti virtuosi di alcuni condomini, il consumo energetico globale del fabbricato sarà ridimensionato e quindi anche se loro continueranno a pretendere di consumare calore come prima, nel complesso spenderanno meno. Quindi ci guadagnano tutti, e tutti sono invogliati ad avere un comportamento virtuoso nei riguardi dell'energia. Se l'edificio nel suo comlpesso consuma meno, non ci risparmiano solo le tasche dei condomini ma anche l'ambiente, perché vengono consumate meno risorse e viene prodotto meno inquinamento.

Il discorso di fondo è lo stesso che il legislatore nazionale ha fatto per la contabilizzazione dell'acqua: molti forse non sanno che contabilizzare l'acqua per singolo utente è un obbligo di una legge nazionale, e chi ancora contabilizza l'acqua in base ai millesimi di proprietà è fuori legge. Anche qui, l'acqua è un bene prezioso che non deve essere sprecato: la contabilizzazione puntuale serve ad evitare atteggiamenti scorretti nell'uso delle risorse del pianeta (se tre condomini su quattro consumano 100 litri al giorno e un quarto ne consuma 300 per un totale di 600 litri, senza la contabilizzazione ciascuno pagherebbe 150 litri (600/4) quindi quelli virtuosi pagherebbero di più di quanto consumano e quello che consuma di più paga la metà di quello che effettivamente usa: è giusto?). Immaginate cosa succederebbe nel mondo se la benzina o l'elettricità si pagassero in forma forfetaria: tutti prenderemmo la macchina anche per attraversare la strada o terremmo acceso il condizionatore a casa 24h su 24, senza capire che più consumiamo globalmente e più paghiamo sia come singolo che come collettività, oltre a distruggere il Pianeta.

Di impianti di contabilizzazione del calore ne esistono sostanzialmente due tipologie: quelli che contabilizzano fisicamente l'acqua che entra e che esce da un appartamento, misurandone sia la quantità e sia la temperatura (ottenendo così un risultato molto preciso ed inequivocabile), e quelli che misurano la quantità di calore prodotta dal singolo radiatore. Il primo sistema è più efficace ma difficilmente può essere installato sugli edifici esistenti, poichè spesso si usava fare l'impianto condominiale "a colonne montanti" (ovvero due tubi servono un termosifone per ogni piano, per ogni appartamento); quindi per i vecchi impianti non rimane che il secondo sistema, che consiste nell'installare sul radiatore una sorta di piccolo computerino che misura la temperatura superficiale del calorifero ed il tempo intercorso, stimandone l'energia assorbita. Il computerino deve essere settato dall'installatore, che gli deve impostare la dimensione complessiva del termosifone: in questa fase c'è la possibilità che l'installatore venga "corrotto" dal condomino per immettere un valore non veritiero che quindi farà risultare che si è consumato di meno: è buona norma che all'installazione di questi elementi assistano dei delegati dell'amministratore o l'amministratore stesso al fine di evitare questioni. In entrabi i sistemi diventano essenziali le valvole termostatiche, che altro non sono che delle valvole messe sul termosifone stesso che non hanno il solo scopo di chiudere l'acqua in ingresso, ma anche quella di parzializzare l'afflusso dell'acqua calda in funzione della temperatura impostata. Le valvole termostatiche ormai costano cifre abbordabilissime (tipo 15 euro, 50 quelle più evolute con anche una programmazione settimanale per avere una personalizzazione totale), e funzionano nè più nè meno come un termostato ambiente.

riferimenti normativi


Dopo questa forse troppo lunga premessa, veniamo al titolo del post: la contabilizazzione è per legge obbligatoria nel Lazio, sia per gli impianti preesistenti, sia per quelli di nuova realizzazione. Attenzione, non è obbligatorio al momento di dover ristrutturare l'impianto, ma è obbligatorio da subito, comunque e qualunque sia lo stato dell'impianto. Certo, nel nostro paese si fanno le leggi e si trovano gli inganni, per cui nella stessa legge non ci sono sanzioni per chi non la rispetta...quindi che dire, è facoltà dei cittadini rispettare la legge? se proprio volessimo appigliarci da qualche parte, potremmo dire che un edificio esistente oggi senza contabilizzazione non è agibile, perché non rispetta tutte le leggi che sovrastano tale ambito normativo.

ecco il riferimento di base, la pagina della Regione Lazio in cui si descrive il piano di risanamento dell'aria promosso e sviluppato dalla Regione stessa. Questo è un piano studiato in diversi anni, che ha quindi dato vita a delle norme tecniche di attuazione specifiche del piano nel quale, all'art. 5 sono dettagliati gli obblighi per i privati e per gli edifici pubblici. Senza possibilità di poter sbagliare, al comma 2, punto d. dell'articolo si legge:

"gli impianti di riscaldamento condominiali esistenti devono essere ristrutturati secondo le
tecnologie della termoregolazione della temperatura degli ambienti e contabilizzazione del
calore utilizzato;"

e poi al successivo comma 5:

"L’adeguamento degli impianti menzionati al comma 2, lettere a), b), d), g) del presente articolo
deve avvenire entro il 31 dicembre 2011 per i Comuni di Roma e Frosinone"


da cui emerge che chi non ha installato un sistema di contabilizzazione a Roma alla data del 31 dicembre 2011 è di fatto fuori legge.
Le norme di attuazione sono legge in virtù di questa delibera che è stata pubblicata sul bollettino ufficiale della regione lazio (è la "gazzetta ufficiale" della regione) del 20 marzo 2010: clicca qui per scaricare il supplemento per intero.
Tutto ciò si basa sul presupposto che se una cosa è pubblicata in gazzetta, diventa automaticamente legge: se qualcuno invece dovesse sapere che così non è lo dica senza problemi, io non sono onniscente e potrei sbagliarmi.
Giusto per completezza d'informazione, l'obbligo del 31 dicembre 2011 è per i soli comuni di Roma e Frosinone (i più problematici per quello che riguarda l'inquinamento atmosferico: il primo per l'estensione del territorio e la densità abitativa, il secondo per le caratteristiche geomorfologiche che facilitano il ristagno degli elementi inquinanti), mentre per tutti gli altri comuni della regione l'obbligo scatta dal 31 dicembre 2014.

Al di là della normativa locale, in tutti i casi in cui è necessario sostituire la caldaia o comunque ristrutturare l'impianto, l'adozione del sistema della contabilizzazione è obbligatorio per legge nazionale (legge 10/91 e successive numerose modifiche ed integrazioni).
La contabilizzazione del calore, così come quella dell'acqua potabile, è una cosa che serve per migliorare il nostro modo di (ab)usare dell'energia e delle risorse del Pianeta: non deve essere preso come una vessazione ma anzi come un qualcosa che va a vantaggio di tutti, sia dei virtuosi sia dei meno attenti.
spero che questo post possa essere di qualche utilità.


n.b.: l'immagine usata è di proprietà di T.Voekler ed è distribuita e qui usata entro i termini della licenza "creative commons" in virtù e nel rispetto dei quali linko la pagina di origine. :-)

41 commenti:

  1. Purtroppo a roma siamo in molti ad essere fuori legge.Le assemblee di condominio son inconcludenti.Bisogna mettere delle sostanziose multe ai condominii ed agli amministratori inadempienti da circa 1 anno.
    RAMAMAR

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    1. forse basterebbe far capire che le opere di adeguamento sono deducibili dall'IRPEF fino al 50% dell'importo, e che non pochi installatori offrono la possibilità di accedere a dei prestiti specifici per chi si mette a norma con dilazioni di pagamento e percentuali abbastanza basse di interessi (attualmente intorno al 3% mi pare). Però nelle asemblee è sempre dura: anche nel mio condominio è una lotta, soprattutto per far capire i benefici delle inovazioni...

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  2. Caro architetto Campagna,
    sono capitata qui cercando lumi sulle valvole termostatiche e il tuo post mi è stato molto utile. Ottima idea, questo blog.

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    1. Anche tu qui Ila!! Stesso tuo problema capirci qualcosa. Ma questa norma vale solo per le caldaie condominiali da quello che ho capito? Io ho una caldaia autonoma e il tecnico verificatore del Comune di Roma mi ha detto che le valvole termostatiche sono obbligatorie..è vero?

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    2. Ciao, si il tecnico comunale ha ragione: le valvole termostatiche sono obbligatorie. La legge di riferimento (la legge 10/91 e successive numerose modifiche) impone che gli impianti di nuova realizzazione o quelli soggetti a completo rifacimento debbano avere "sistemi per la regolazione del calore in ciascun ambiente" ed il modo più semplice di ottemperare a quest'obbligo è quello di usare le valvole termostatiche. Va detto che, in realtà, questa dovrebbe essere una scelta tecnica giustificata in una relazione tecnica allegata ad un progetto di impianto che nessuno fa mai (almeno quando si tratta del rifacimento di un piccolo impianto termico): se il tecnico nella relazione riuscisse in qualche modo a dimostrare l'inutilità delle valvole termostatiche, queste potrebbero non essere installate. Comunque il discorso della contabilizzazione è diverso. Sto raccogliendo gli appunti per fare un post apposito sul caso tipico del rifacimento dell'impianto termico autonomo...pazientate un pochino :-)

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  3. E' stato prorogato al 31 dicembre 2015:

    http://www.regione.lazio.it/binary/rl_sanita/tbl_contenuti/LR_n.9_24_dicembre_2010_.pdf

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  4. Nel nostro condominio, nel 2011, si è passati dall'impianto a gasolio a quello a Gas (con relativi interventi di manutenzione straordinaria e ordinaria).
    Quest'anno invece è stata sostituita la tubatura della rete d'aria condominiale.
    Se non erro (sicuramente mi sbaglio) credevo fosse obbligatoria l'installazione di valvole termostatiche quando si interviene sulla caldaia.
    E' corretto?
    Se si potrebbe cortesemente darmi i riferimenti normativi?
    Grazie mille

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    1. Ad essere obbligatorie, in caso di rifacimento dell'impianto, non sono nel dettaglio le valvole termostatiche ma più in generale la realizzazione di sistemi per la regolazione puntuale della temperatura, di cui le valvole termostatiche rappresentano una delle soluzioni più economiche. Può leggere questo altro mio post: http://architetticampagna.blogspot.com/2013/01/rifare-limpianto-termico-di-casa.html anche se è più specifico per il rifacimento di impianti nel singolo appartamento, ma il discorso normativo generale vale anche per gli impianti condominiali.

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  5. Gentile architetto la ringrazio per le delucidazioni nn le nascondo che nel mio condominio nn si riesce a fare questa installazione poichè la maggior parte dei condomini fanno i saputi e dicono che nn funziona tale impiantistica ma io credo che è semplicemente la paura di prendere gosse batoste di riscaldamento poichè tutti qui mandano i riscaldamenti al massimo poi magari aprono le finestre perchè fa caldo!!! una domanda: Serve cambiare qualche componente dell'impianto? dicono le pompe......è vero?

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    1. Un impianto a contabilizzazione con i lettori installati sui singoli radiatori non ha bisogno di apportare nessuna modifica tecnico-funzionale all'impianto, a parte l'installazione delle valvole termostatiche sui singoli elementi radianti. La caldaia tuttavia potrebbe avere dei sistemi (in violazione delle norme) che rendono l'installazione della contabilizzazione inutile: per esempio in un condominio che conosco, con un impianto realizzato in modo concettualmente sbagliato fin dall'origine, hanno dovuto rimuovere la valvola a tre vie perché altrimenti un intera ala del condominio non aveva la giusta temperatura, col risutato che il resto del fabbricato "bolliva". Dunque l'impianto per funzionare correttamente con la contabilizzazione deve essere messo a norma, se non lo è. Ma la messa a norma deve essere fatta indipendentemente dalla contabilizzazione.
      Sistemi di contabilizzazione diversi potrebbero prevedere l'installazione di apparati più complessi, anche in caldaia, ma che occorra sostituire le pompe per far funzionare un impianto di contabilizzazione non mi risulta.
      Anche io vivo in un condominio in cui i negazionisti superano in numero le persone di buon senso: questo obbligo normativo ci dovrebbe aiutare a far si che il buon senso prevalga.

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    2. Gentile arch. Campagna
      quello che ha detto il sig. Quaqlietti è esatto ma non obbligatorio a meno che non si voglia usufruire di una detrazione fiscale, tuttavia va detto che nell'installare delle valvole termostatiche senza l'inserimento di pompe inverter è indispensabile installare delle valvole di sovrapressione che garantiscano una portata costante delle pompe. Qualora si parla di efficienza energetica mi sembra doveroso abbassare anche il consumo di energia elle pompe riducendo al minimo il consumo. In merito alla normativa va detto che la contabilizzazione del calore a io avviso non serve a diminuire i consumi. basterebbe tararle e "bolllarle!" così da evitare che 'utilizzatore possa manometterle. bisogna avere 20°c di legge? a che serve poter portare l'ambiente ad una temperatura maggiore?. il costo del contabilizzatore usiamolo per " efficientare" gli edifici apportando le modifiche coibentazioni. Così si riducono i consumi ! bisogna smettere di fare le normative per i "ricchi". Ovvero se ho soldi da buttare posso mettere il mio appartamento a 30 °C ! e dov'è l'efficientamento? io sono un impiantista e mi scontro ogni giorno con questi problemi!

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  7. In tutti questi discorsi si suppone sempre che i condomìni abbiano impianti sbilanciati e sregolati come centralina climatica e che i condòmini siano sempre persone "l'un contro l'altro armati", e non si prende in considerazione mai il caso di condomini virtuosi. Edificio anni 50 a Roma, 30 appartamenti di 90mq mediamente, quattro facciate esposte, impianto termico ben bilanciato, ma ovviamente trasmittanza termica tra appartamenti ben superiore a quella che viene imposta ad edifici nati con l'autonomo o con la contabilizzazione con distribuzione orizzontale; litigiosità assente, temperatura media giornaliera a 20 °C con uno sbilanciamento di circa mezzo grado che può salire a un grado in condizioni critiche di tramontana (molto rare a Roma). Consumo gas metano fino a 4 anni fa oltre i 15000 euro; con una accurata regolazione della centralina climatica il consumo si è ridotto drasticamente tale che nell'ultima stagione stava a circa 10000 euro nonostante l'aumento del costo del gas. In questo caso l'adozione della contabilizzazione è controproducente in quanto sicuramente il consumo aumenterebbe per effetto che nei giorni caldi l'impianto resterebbe in funzione, mentre la centralina chiude completamente per temperature esterne intorno ai 15 gradi; inoltre possibile creazione di litigiosità condominiale per i furti di calore derivanti dalla scarsa coibentazione e per gli errori di misura che possono verificarsi con la contabilizzazione indiretta, estremamente probabili per l'artificiosità del sistema. La legge vuole le valvole termostatiche per poter compensare gli apporti di calore extra, non per tutti i vantaggi sbandierati dalle varie ditte; ma per come sono posizionate sono investite completamente dal flusso di aria calda che, misurato, può arrivare a picchi di oltre 30 gradi, con il risultato che la valvola sente principalmente la temperatura dell'acqua e non quella ambiente; in casa di un mio amico, avvelenato perché il condominio ha deciso di installare questo sistema (che non ha portato alcun beneficio economico) è stata accesa una stufetta in una stanza: ebbene la stanza, dai 22 gradi in cui si trovava, è salita fino ad oltre 26 gradi e la valvola non ha sentito in maniera apprezzabile tale variazione, confermando in pieno le mie argomentazione. Del resto consultando i listini la massima temperatura di taratura di queste valvole arriva fino ai 28 gradi; sicuramente ciò non vuole dire che possiamo portare la temperatura fino a 28 gradi (sarebbe un non senso per il risparmio energetico), ma la spiegazione più plausibile è che le case si sono accorte che con tarature inferiori la stanza non sarebbe riuscita ad arrivare nemmeno ai 20 gradi per l'effetto sopra descritto. Non posso analizzare tutti gli errori che possono verificarsi nella misura perché dovrei scrivere diverse pagine, mi contento di dire che qualsiasi misura è tanto più precisa quanto più semplice è il sensore (come nella contabilizzazione diretta), mentre nel nostro caso il sensore è rappresentato non solo dal circuito elettronico (che per sua natura può essere sufficientemente preciso) ma nella maniera artificiosa con cui viene misurata la supposta temperatura media della superficie del radiatore (chi ha studiato fisica tecnica può capire cosa intendo). L'imposizione indiscriminata di questa apparecchiatura credo che rasenti l'illegalità; la legge dovrebbe imporre l'obiettivo lasciando ai condomini la libertà di decidere come raggiungerli.

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    1. Salve Maurizio grazie del suo intervento. Certamente esistono condomini "virtuosi" nei quali si possono serenamente fare concreti discorsi tecnici ed essere pure ascoltati; purtroppo molto spesso non è così. Da qui forse nasce l'imposizione, probabilmente, come lei dice, errata, di un sistema che cerchi di limitare il consumo energetico, sebbene anche io sono d'accordo che le valvole termostatiche sono troppo imprecise per essere considerate un valido strumento di controllo (a casa mia le feci montare, anche se l'impianto è condominiale e senza contabilizzazione, ma nel mio appartamento "funzionano", nel senso che se accendo il riscaldamento elettrico, la valvola chiude il termosifone al raggiungimento di una certa temperatura). Confiderei nel fatto che la tecnologia possa offrire presto dei sistemi ancora più precisi ed efficienti, per consentire a quei condomini che non si sono aggiornati e che probabilmente non lo faranno nemmeno allo scattare dell'obbligo di poter contare su sitemi sempre più efficaci. Sono comunque d'accordo con il fatto che installare tali sistemi non è mai sufficiente, ma occorre sempre uno studio generale sul bilanciamento dell'impianto.

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  8. Gentile architetto, innanzi tutto La ringrazio per aver messo in rete questo blog e non vorrei che lei pensasse che io sono qui per fare il saputone, come qualcuno ha detto, nè fare polemiche sterili. Premetto che sono un ecologista convinto e proprio questo mi ha spinto ad occuparmi del mio condominio quando ci siamo accorti che i costi stavano lievitando di anno in anno, fino ad arrivare a risultati inaspettati mediante semplici regolazioni e costanti controlli delle temperature nei vari appartamenti per tutta una intera stagione; tutto questo senza spendere un euro e senza complicarci la vita; potrà capire quindi il mio disappunto quando i nostri politici hanno deciso di imporci un sistema dal comportamento approssimativo e con il quale si pretende di stilare le nostre bollette (quando dalle banche pretendiamo la precisione al centesimo). Sono sicuro che alla fine andremo a consumare di più. Ma un'altra cosa mi fa soprattutto arrabbiare. E' stata messa in atto una campagna pubblicitaria che sembra uno dei tanti spot televisivi che devono vendere un prodotto, dove vengono dette un mare di cose strabilianti, alcune false, alcune vere (ma che si prestano ad essere interpretate in un altro senso) altre che urtano contro altre leggi e normative, tanto da poter fare una class action contro simili provvedimenti. Alla luce di quanto detto, sono convinto che questa è solo una manovra commerciale atta a favorire una certa filiera (dagli amministratori, agli installatori fino ai produttori di queste apparecchiature, con la complicità dei nostri politici, che, spero ormai si sia capito, non brillano di particolare "saggezza".
    Dopo questa lunga chiarificazione, ritorniamo sul discorso delle valvole termostatiche; io non incolpo la precisione della valvola in se; è un normale termostato e la tecnologia è molto avanzata in questo campo; la mia perplessità nasce dal come viene utilizzata; essa va a misurare il microclima che si forma intorno al radiatore che è ben diverso dalla temperatura della stanza; la legge vorrebbe che essa sentisse l'apporto extra di calore, la presenza di una persona, un lampadario acceso, ma queste cose fanno variare la temperatura della stanza di un valore dell'ordine del grado (constatato con le suddette misurazioni) e indipendentemente dalle prove fatte da me e da lei, il semplice buon senso fa capire che la valvola sente la vera temperatura della stanza in percentuale minima, non garantendo la sua costanza. Per svolgere il loro vero compito, si dovrebbero utilizzare valvole con un capillare di rame lungo abbastanza da poter posizionare il bulbo sensore lontano da fonti di calore e dalle finestre e ad altezza uomo. Questo richiederebbe un capillare lungo mediamente diversi metri e sinceramente non so se con tale lunghezza la precisione viene mantenuta (credo che in commercio non esistano nemmeno applicazioni con capillari così lunghi) Avere poi un armamentario simile per ogni radiatore farebbe arricciare il naso agli eventuali clienti (per ragioni di estetica) tanto che negli "spot televisivi" tale possibilità viene accuratamente ignorata, limitandosi a mostrare una semplice valvola montata al posto del classico rubinetto. Ci sarebbero le valvole motorizzate con sensore puramente elettronico; esse richiedono un semplice filo elettrico che collega la valvola al sensore e una alimentazione (è in pratica la soluzione in piccolo del sistema utilizzato a livello di centrale termica), ma dove andiamo a finire con i costi ? Sicuramente ben oltre i costi raccomandati dalla legge, che dice esplicitamente che i dispositivi devono avere un costo contenuto (nella norma entro i 100 euro). Da tutto questo deduco che quel 7% di risparmio auspicato dalla legge per apporto di calore extra è un po' utopistico, a costo di trasformare ogni nostra stanza in una piccola e sofisticata centrale termica.

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    1. Certamente la valvola termostatica rappresenta un sistema molto limitato per la lettura della temperatura: come dice lei, sia perché sta troppo vicino al radiatore, sia perché i radiatori stessi sono spesso collocati sotto alle finestre e sulle pareti più fredde, rendendo di fatto la lettura effettiva della temperatura ambiente una cosa molto approssimativa.
      chi ci governa e chi fa le leggi quasi mai conosce l'argomento su cui legifera, e glie lo posso assicurare io che con le leggi urbanistiche mi ci scontro ogni giorno: il risultato è che le normative vengono fatte quando va bene a ricopia di direttive europee (le quali a volte anche quelle sono incoerenti), quando va male vengono proprio fatte a caso.
      Detto ciò, degli obblighi normativi ritengo giusto quello di imporre la contrabilizzazione nei nuovi impianti termici; quella sugli impianti esistenti mi lascia perplesso ma più che altro perché, come diceva lei, il sistema non è del tutto efficace. Se vi fosse infatti un sistema economico ed efficace per la lettura dei consumi del singolo radiatore, connesso ad un più efficiente impianto di controllo del clima per ogni ambiente, sarebbe anche meglio. Comunque i sistemi ci sono, è solo un problema di costi, soprattutto su impianti vecchi e concepiti male fin dall'origine.
      Ed il problema costi è sempre quello su cui ci si scontra: lei è stato fortunato ad avere un condominio di gente che ragiona ed un impianto che si è potuto efficientare con un attento lavoro di regolazione; io abito in un fabbricato lineare composto da 128 appartamenti divisi in 4 scale. la caldaia è posta al di sotto di una delle scale di testa, quindi vi è la scala opposta che è l'ultima ad essere servita dal circuito: morale, per dare i 20° alla scala più lontana, quelli della scala più vicina stanno a 25°. Nelle assemblee ho proposto di modificare il sistema, di suddividere in due o quattro caldaie (una per scala) l'impianto: inutile che mi metto qui a raccontare le scene di strappamento di vesti al solo parlare di ipotetici costi. Da qui la mia proposta più elementare era quella, almeno, di installare le valvole termostatiche su tutti i radiatori del fabbricato: in questo modo avremmo evitato il sovrariscaldamento della scala più vicina alla caldaia (perché uno scarto di 5° la valvola termostatica lo legge), aiutando, per quanto possibile, ad un bilanciamento mediocre ed approssimativo del sistema: l'assemblea ha deciso che anche le valvole termostatiche costavano troppo, a fronte di una spesa annua di metano di circa 110.000 euro.

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    2. Ora capisco perfettamente perché se la prende con chi si oppone a questa imposizione di legge e le faccio i miei auguri; nel suo caso l'impianto è chiaramente sbagliato e la spesa è veramente eccessiva se confrontata con il nostro caso; involontariamente abbiamo presentato in questo blog due casi estremi che andrebbero trattati dalla legge in maniera diversa. Ed è per questo che sto cercando tra i "meandri" delle leggi e delle ordinanze un qualsiasi cavillo legale che ci permetta di evitare tale imposizione e su questo forse lei può aiutarmi. Nelle mie letture ogni tanto in maniera fumosa compaiono diciture del tipo " sempre che sia tecnicamente possibile" o " sempre che sia economicamente conveniente"; non so dove le ho lette ( comunque sempre su gazzette ufficiali) e ricercarle è praticamente impossibile. Considerando che queste valvole permettono la chiusura completa, nasce il problema dei furti di calore per scarsa coibentazione tra appartamenti che può essere incentivato dalla contabilizzazione ( anche ora è possibile chiudere con i normali rubinetti, ma, non essendoci la contabilizzazione, a nessuno viene in mente di chiuderli). negli anni 50 chiaramente questo problema non si poneva considerando da progetto uguale temperatura in tutti gli appartamenti. Le pareti di divisione tra appartamenti non sono altro che il raddoppio delle normali tramezzature interne (chiaramente per permettere l'incasso di apparecchiature elettriche da ambedue i lati senza sconfinare nell'appartamento adiacente) In definitiva sono due strati senza intercapedine di forati a 3 fori che, intonacati, danno uno spessore complessivo di circa 20 cm (19,5 nel punto considerato). Aiutandomi con le norme UNI viene fuori una trasmittanza di circa 2,5 W/mqK . Ora ho letto in qualche parte che negli anni 80 (mi sembra) per le nuove costruzioni è stata imposta una trasmittanza non superiore a 0,8 W/mq°K ( e ancora non si parlava della possibilità di diversificare le temperature); in seguito sono state imposte trasmittanze ancora inferiori, non ricordo sotto quali condizioni, ma suppongo proprio per ovviare a possibili furti di calore in condomini nati con l'autonomo (vista una parete abbattuta per unire due appartamenti composta da due strati di forati con intercapedine riempita di lana di roccia). Con queste considerazione nel mio caso l'edificio con contabilizzazione andrebbe fuori legge e qualcuno potrebbe pretendere il rifacimento di tutte le tramezzature. Lei pensa che ciò potrebbe essere il famoso cavillo tecnico che sto cercando? Naturalmente avendo in mano una perizia ufficiale fatta da tecnico abilitato.

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    3. il valore limite della trasmittanza termica delle pareti divisorie è attualmente 0,8 W/mqK: non so in quale legge fu introdotto, comunque è presente nel d.lgs 192/05 e nel 59/09, se non sbaglio. La contabilizzazione di norma viene fatta suddividendo solo una parte della quota in base ai consumi contabilizzati, mentre una rimanente quota, che deve stabilire l'assemblea ma che mi pare per legge sia compresa tra il 25 ed il 50% serve proprio a compensare il concetto del furto di calore.
      Senza inerpicarmi in un discorso del genere, semplicemente, nel suo caso farei fare una relazione tecnica in cui si dimostra il fatto che il bilanciamento fatto sull'impianto ha portato ad un beneficio che non è ulteriormente aumentabile installando la contabilizzazione, o meglio che il beneficio eventuale non coprirebbe i costi della stessa contabilizzazione. Con questo dovrebbe stare a posto.

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    4. Grazie delle indicazioni fornite e un apprezzamento per il blog dove, a differenza di altri forum, è stato possibile discutere con serenità e in maniera proficua; comunque sembra che l'obbligo a Roma sia stato spostato al primo settembre del 2017, quindi abbiamo un po' di tempo per pensare cosa ci conviene fare; ancora auguri per il suo condominio.

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  9. Buongiono,
    vorrei chiderle una cosa su questo spinoso argomento, nel mio condominio di Roma di 22 appartamenti dobbiamo ristrutturare l'impianto di riscaldamento, vorrei sapere se il lavoro della contabilizzazione deve essere fatto obbligatoriamente insieme alla ristrutturazione dell'impianto o si può attendere l'ultima scadenza del primo settembre 2017?
    La questione è nata perchè alcuni condomini dicono che intanto si può fare la ristrutturazione del impianto e poi in seguito il lavoro della contabilizzazione mentre altri affermano che in caso di ristrutturazione si deve fare subito anche la contabilizzazione.

    Distinti saluti
    Lorenzo Ridolfi

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    1. in caso di ristrutturazione, l'impianto deve essere adeguato alla normativa anche e soprattutto per quanto riguarda la contabilizzazione. La scadenza del 2017 vale solo per chi non tocca l'impianto fino a quella data. In ogni caso la questione mi sembra secondaria: nel momento in cui si installa il nuovo impianto, i costi per aggiungervi la contabilizzazione sono minimi rispetto a quelli che si avrebbero se la si aggiungesse dopo. Dipende comunque dal tipo di intervento che si fa sull'impianto. L'obbligo deriva dal DPR 59/09 che dovrbbero stare per modificare, ma non credo che verrà modificata tale imposizione.

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    2. Grazie per la sollecita risposta.

      Cordiali saluti
      Lorenzo Ricolfi

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  10. Salve, vorrei un parere per quanto riguarda la contabilizzazione nel mio condominio. Sono all'ultimo piano di un condominio di 27 famiglie costruito negli anni '60, dove esiste un impianto centralizzato. Hanno deciso di passare alla contabilizzazione ma io non sono daccordo per due motivi principali:
    1) i costi ; hanno detto che bisogna spendere 200 euro a termosifone per le valvole termostatiche e 40000 - 45000 euro per l'adeguamento della caldaia (in pratica bisogna sostituire le pompe) totale circa 3000 euro a famiglia.
    2) il furto di calore ; il condominio è vecchio e non esiste coibentazione nè per i tubi nè per le pareti, quindi chi sta ai piani intermedi sfrutta il calore degli altri.
    Per quanto riguarda il distacco dall'impianto centralizzato, mi hanno detto che lo posso fare ma in ogni caso devo pagare solo spese per l'adeguamento della caldaia circa 1600 euro perchè rientra tra le spese di manutenzione straordinaria. Mi può dare un consiglio grazie.

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    1. i costi prospettati mi sembrano altini, a meno che la vostra caldaia non abbia dei seri problemi per i quali occorre comunque metterci le mani. Il costo di un impianto di questo tipo è circa la metà per punto termosifone. Conviene probabilmente farsi fare altri preventivi o contattare un tecnico che verifichi la centrale termica e le opere eventualmente necessarie per l'adeguamento.
      La contabilizzazione comunque inciderà sul 50% del costo, il restante 50% rimarrà suddiviso sulla base della tabella riscaldamento (se esiste): ciò serve anche a compensare il discorso relativo ai furti di calore. In ogni caso il sistema è concepito per invogliare i condomini ad effettuare opere edili per l'efficientamento del fabbricato.

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  11. Salve architetto, come sempre leggere il suo blog chiarisce tanti dubbi! Avrei un quesito da sottoporle a cui non ho trovato una risposta in tutto il web spero davvero mi possa aiutare. Sto ristrutturando un appartamento con impianto centralizzato, la diversa distribuzione degli spazi ha creato degli ambienti privi di termosifoni e ci troviamo quindi un po' incartati su questo punto. Il proprietario dell'appartamento sostiene che in virtù dell'introduzione dei contabilizzatori può aumentare il numero dei radiatori (tralasciamo i dubbi se tecnicamente sarebbe possibile) quindi vorrebbe aggiungere almeno un paio di termosifoni al suo impianto. Mi rimetto a lei per un parere! Grazie mille della disponibilità!

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    1. bisogna capire come è fatta la tabella millesimale del riscaldamento in quel condominio: se è fatta, come quasi certamente lo è se effettuata anni fa, sulla base di calcoli approssimati, è bene rispettare le potenze totali pre-installate per non dover rifare a proprie spese l'intera tabella millesimale.

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  12. Quindi eventualmente fosse in programma di rivedere le tabelle millesimali si potrebbe pensare di ampliare l'impianto?Dal momento che altri condomini hanno aggiunto diversi termosifoni mi domando se la caldaia potrebbe non essere sufficiente...a me sembra un uso sconsiderato della cosa cosa comune!

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    1. si in effetti non sarebbe possibile aggiungere terminali a piacimento, e l'amministratore dovrebbe agire per ripianare questi "abusi" o quantomeno imporre la revisione delle tabelle sul riscaldamento che, rifacendole oggi, dovrebbero essere fatte con il criterio del consumo effettivo rilevato effettuando i calcoli come per gli APE per ciascuna unità immobiliare.

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  13. E' possibile installare un contatore del calore per ogni radiatore al fine
    di raggiungere lo stesso risultato della contabilizzazione a zone?Noto che sul mercato ci sono tanti piccoli contatori del calore anche a $50.
    Grazie ,Grazie anche per le Sue notizie diffuse.

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    1. non mi risulta esista in commercio un sistema valido applicabile al singolo termosifone (se ne ha trovato qualcuno, metta il link), comunque dovrebbe essere un sistema che va a sostituire sia la valvola che il detentore, e che mette in comunicazione i due e che legge sia il passaggio della quantità d'acqua e sia la differenza di temperatura: insomma dovrebbero essere oggetti ingombranti.

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    2. Ho cercato: contatori del calore per radiatori e ne ho trovati una miriade.
      Per RADIATORI.Tutti con due sonde.Mi son chiesto a cosa servissero.
      Alcuni costano da $ 10 a $ 100.
      Grazie

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    3. sono tutti contabilizzatori di tipo standard: leggono cioè la temperatura superficiale del termosifone ed ottengono la potenza complessiva misurando il tempo ed applicando un correttivo che stabilisce l'installatore. non hanno sonde, ma hanno bisogno della valvola termostatica che però non dialoga con l'apparecchio contabilizzatore.

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  14. Ma se l'adeguamento degli impianti con contabilizzatori di calore risponde ad una normativa europea che prevede il termine ultimo del dicembre 2020, non è possibile ritenere che la Regione Lazio proroghi ulteriormente il termine del settembre (o dicembre?) 2016 già deliberato?
    Grazie per la Sua continua preziosa assistenza.

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    1. il termine è già stato prorogato, non credo verrà procrastinato ancora: ma non si sa mai.

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  16. Salve architetto, vorrei chiederle un parere in merito alla situazione concernente lo stabile in cui abito.
    Costruito alla fine degli anni ’60, l’edificio di sei piani è dotato di un impianto di riscaldamento centralizzato a gasolio, che ritengo obsoleto e costoso.
    Tuttavia, la maggioranza condominiale (98%) costituita da eredi dei costruttori dello stabile, non residenti nello stesso, ha sempre rifiutato di sostituire la caldaia a gasolio con una nuova a metano per non sostenerne i relativi costi.
    Spesso, però, in caso di pioggia abbondante il cortile condominiale, posto sotto il livello stradale, è soggetto ad allagamenti che generano fuoriuscita di gasolio dal serbatoio sito sotto la pavimentazione del cortile.
    Il gasolio si mescola all’acqua piovana creando macchie che producono esalazioni di odori nauseabondi.
    Ritengo, inoltre, che la maggioranza stia cercando di aggirare l’obbligo di legge relativo all’installazione di valvole termoelettriche e del sistema di contabilizzazione di calore attraverso una perizia che stabilisca la sussistenza di impedimenti tecnici.
    Spero che mi possa dare un consiglio in merito all’intricata vicenda.
    Distinti saluti.
    Marco Di Luccia

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    1. credo anzitutto che ci sia qualche problema di tenuta del serbatoio del gasolio: non devono prodursi sversamenti, è una circostazna che, se confermata, sarebbe abbastanza grave. inoltre la collocazione attuale del serbatoio non sarebbe a norma. Penso che la cosa migliore possa essere che vi consociate tra inquilini per raccogliere i fondi per nominare un tecnico di parte che analizzi l'impianto, verifichi che il serbatoio sia a norma ed a tenuta, e che non ci siano impedimenti per l'installazione della contabilizzazione, in modo da poter controbattere alla proprietà.

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Grazie per il commento. verifica di essere "nell'argomento" giusto: ho scritto diversi post su vari argomenti, prima di commentare controlla che il quesito non sia più idoneo ad altri post; puoi verificare i miei post cliccando in alto nel link "indice dei post". I commenti inseriti nella pagina "chi sono - contatti" non riesco più a leggerli, quindi dovrete scrivere altrove: cercate il post con l'argomento più simile. In genere cerco di rispondere a tutti nel modo più esaustivo possibile, tuttavia potrei non rispondere, o farlo sbrigativamente, se l'argomento è stato già trattato in altri commenti o nel post stesso. Sono gradite critiche e più di ogni altro i confronti e le correzioni di eventuali errori a concetti o procedure indicate nel post. Se hai un quesito delicato o se non riesci a pubblicare, puoi scrivermi in privato agli indirizzi che trovi nella pagina "chi sono - contatti". Sul blog non posso (e non mi sembra giusto) pubblicare le mie tariffe professionali: scrivimi un email per un preventivo senza impegno. Grazie.